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mercoledì 17 novembre 2021

 UN DATORE DI LAVORO COME VALUTA L'INTELLIGENZA DEI DIPENDENTI?


Non lo sono, ma se fossi un datore di lavoro mi interesserebbe di più il rendimento dei miei sottoposti che la loro intelligenza teorica. Non sono mica un maestro di scuola che dice "peccato, è intelligente ma non si applica". Se uno è indolente, pasticcione, ritardatario, casinista etc allora via, quale che sia la sua "intelligenza".

In ambito lavorativo l'intelligenza è insomma apprezzata solo se legata ad un maģgiore rendimento. Altrimenti è, paradossale a dirsi, una palla al piede. E spesso per non dire sempre sul lavoro contano altre qualità (grinta, fantasia, capacità sociali etc). Siamo sempre lì, "primo a scuola, ultimo nella vita".

Sul lavoro non importa chi sei o ciò che hai dentro, ma ciò che sai fare,



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