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giovedì 17 ottobre 2019

TERUN!
Una volta a Milano, quand’ero piccolo io (cioé nel millennio scorso) non si vedevano affatto in giro extracomunitari. Neri, gialli, verdi rossi...li vedevi solo sui libri di scuola. Da noi erano tutti bianchi. Magari con sfumature diverse, ma comunque bianchi.
Aspetta però. In quartiere magari non giravano ancora extracomunitari, ma c’erano comunque i “terroni”. Anzi, ad essere sinceri erano la maggioranza. Erano arrivati da poco a Milano, la leggenda li voleva chiassosi, piccoli e scuri ma non era affatto vero.
E io lo sapevo, perché li vedevo ogni giorno in quartiere, di qualcuno ero pure amicissimo. Non smentendo infatti la sua natura sin dalla nascita popolare, proletaria e al massimo piccolo borghese, il Quartiere Forlanini è sempre stato variegato nella sua composizione: milanesi, romani, liguri, siciliani, pugliesi… un grande pentolone dove tutta l’Italia era rappresentata.
Da bambino ricordo infatti che invitato in casa altrui provavo una sensazione precisa: non sapevo mai che piatti mi avrebbero dato da mangiare.
Mio padre mi aveva educato a mangiare tutto, “Sennò si offendono”, ma giravano storie horror di formaggi coi vermi, polente bruciate e pastasciutte condite con chissà cosa. “Cos’è questa roba?”, pensava un angosciato ma muto Luchino davanti a certi piatti.
Per lui in ogni caso era normale avere amici “terroni”. Tanto poi Milano, a pensarci oggi, avrebbe assorbito presto tutto avendo la città un basso livello di xenofobia. Bastava mantenere decoro e laboriosità (parlo in generale, isolati episodi di intolleranza ci sono stati anche qui) e avveniva l’integrazione.
Prendete per esempio questa foto: non li conosco tutti (come al solito, chi li sa tiri fori i nomi!), ma ho contato un bambino abruzzese, un lombardo e un veneto. Macché Milanisti in erba, erano i mini Power Rangers!


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