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lunedì 7 ottobre 2019

HEY, BAMBINO!

Il bullismo è sempre esistito, figuriamoci poi in un quartiere pieno di bambini che spesso giocavano e se la cavavano da soli.

Non sempre tra loro erano rose e fiori, si formavano le bande, c’erano le guerriglie e per via di alcuni personaggi… vabbè è tutto finito ora, ma che amarezza notare nei bambini di oggi certe tematiche che si ripetono.

E un ragazzino timido che ha imparato presto a stare attento.

“Hey bambino…bambino…sì, tu proprio tu…cosa fai? Non ci guardi?…non fare finta di niente.”

“Cosa volete? Lasciatemi stare.”

“Allora ce l’hai la lingua, scemo. Fermati.”

“Voglio passare.”

“Questo è il nostro territorio, cosa ci fai qui?”

“Sto andando a casa.”

“Oh stai andando a casa dalla mamma eh? Quanti anni hai, rimbambito?”

“No…nove.”

“Quelli come te non possono passare di qua.”

“Lì c’è casa mia.”

“Questa strada è nostra, non lo sapevi?”

“Ve ne approfittate perché voi siete tre grandi e io son da solo.”

“Gnè gnè gnè cosa fai frigni?”

“Lasciatemi passare.”

“Se vuoi passare devi pagare. Che cos’hai tra le mani?”

“Niente.”

“Fa vedere.”

“No.”

“Tenetelo fermo…Ah è il giornalino dell’Uomo Ragno.”

“E’ mio!”

“Se vuoi passare ce lo devi dare.”

“L’ho appena comperato.”

“Daccelo e non ti faremo niente.”

“E’ mio.”

“E adesso è nostro.”

“E’ mio!”

“Sei sordo rimbambito? E’ nostro. E adesso puoi passare. E non dire niente alla mammina, sennò la prossima volta che ti vediamo ti facciamo mangiare la terra. Ti piace la terra?”

“Me la pagherete.”

“Si si mandaci il conto.”

“Mi ricorderò di voi.”

“Vai vai, rimbambito.”



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