28 GETTONI
“Nonno, nonno!
Raccontaci una storia!”
“Oh nipotini miei,
il nonno vi accontenta subito. Cosa volete sentire?”
“Una storia dei
tuoi tempi!”
“Va bene, allora
dovete sape...cos’è questo rumore?”
“Scusa nonno, è
il mio cellulare. Mi ero dimenticato di spegnerlo.”
“Quell’aggeggio
che i giovani hanno sempre in mano. Ma ditemi un po’, è tanto
utile?”
“Utilissimo nonno,
possiamo utilizzarlo come camera fotografica, possiamo registrare
video, ascoltare musica, navigare in internet…”
“Anche
telefonare?”
“Tutto. Possiamo
fare un sacco di cose con internet. Mi sa che ai tuoi tempi te lo
sognavi un dispositivo così.”
“Sì, sognavo.
Nipotini miei, vi rivelo un segreto. Avvicinatevi. Lo sapete che io…
io sono più vecchio di internet?”
“Ohhhh…”
“Eppure è così,
è la verità.”
“Impossibile. E
come facevi a telefonare?”
“Di solito usavo
il fisso che stava in salotto.”
“Ah, come quello
che usa la nonna.”
“Se però...se
però volevo fare una telefonata privatissima allora usavo i gettoni
e andavo nelle cabine telefoniche.”
“Ehh? Cosa usavi?
Cabine?”
“Piccole casette
con dentro un telefono pubblico. Dovete sapere che (abbassa la voce,
i nipoti si avvicinano) prima di sposare la nonna stavo con una
ragazza che abitava lontano lontano. Quando volevo parlare con lei e
non volevo farmi sentire mi riempivo le tasche di gettoni, che erano
grandi come le monetine da 1 euro, e andavo nell’unica cabina
telefonica del mio quartiere che si trovava in Piazza Ovidio, a un
paio di chilometri da casa.”
“Cioé per fare
una telefonata tu dovevi uscire di casa?”
“O così o niente.
E una volta che avevo 28 gettoni in tasca nel tragitto verso Piazza
Ovidio ho composto una canzone.”
“Ce la fai
sentire?”
“Eh, è passato
tanto tempo… mi ricordo solo che iniziava così: “28 gettoni per
telefonare alla mia ragazza, 28 gettoni per dirle t’amo in una
maniera pazza, per dirle ascoltami tesoro sento tanto la tua
mancanza”...ehhh l’amore….”
“Ma tu guarda!
Anche il nonno è stato innamorato!”
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