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venerdì 11 ottobre 2019


IL PRIMO CONCERTO

Mio padre mi guardò e disse:
“Figliolo, è tempo che vada al tuo primo concerto.”
“Ma chi vado a sentire?”
“Quello che vuoi. Non lo so, ma vai.”

All’epoca (avevo 15 anni) però c’era un problema: in quegli anni di contestazione, gli anni ‘70, in Italia musicalmente parlando c’era il deserto. Ogni concerto, tra molotov e manganellate, finiva sempre a schifìo e nessuno si azzardava ad organizzare alcunchè.

Ma il mio Quartiere Forlanini, da sempre all’avanguardia, aveva la risposta: nella vicina Cascina Monluè si organizzava ogni estate la Festa dell’Unità, con cantanti internazionali… nazionali… regionali… insomma, quelli che passa il convento. L’aia era grande, il posto raggiungibile anche a piedi, le zanzare affamate, le serate calde e ventilate, i concerti gratis. Giovani, che volete di più?

Chi è che suona stasera? Ivan Graziani. Andiamo allora. Nessuno di noi era un suo fan ma si sa che c’è una età in cui non si va tanto per il sottiglione.
E facemmo benissimo perché non pensavo di divertirmi così tanto. Mi ero preparato a sorbirmi un cantautore (siediti qui e ascoltami) e invece fu un concerto rock! Yeah!

Non eravamo in tanti quella sera per cui ero seduto quasi sotto il palco. Quando Ivan entrò in scena con i suoi occhialoni rossi e impugnando la chitarra elettrica applaudii per cortesia ma mi conquistò subito.
Iniziò infatti con l’allora inedita Monna Lisa, con la sua chitarra blues: “Sì, vorrei rubarla, vorrei rubare quello che mi apparteneva….”. Ben presto esplodeva e la banda lo seguiva compatta. Sentivo la mia gambetta muoversi a ritmo. Ma...è bella, è...è trascinante!
Due ore così, a muoversi e cantare in coro. Lezione imparata: mai sottovalutare un artista.

E i concerti al Monluè? Andarono avanti sino al 2008, sin quando l’allora sindachessa Letizia Moratti, sia dimenticato nei secoli il suo nome, decise di abolirli perché facevano “troppo rumore”.
Troppo tardi, io me li ricordo!



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