IL PRIMO CONCERTO
Mio padre mi guardò
e disse:
“Figliolo, è
tempo che vada al tuo primo concerto.”
“Ma chi vado a
sentire?”
“Quello che vuoi.
Non lo so, ma vai.”
All’epoca (avevo
15 anni) però c’era un problema: in quegli anni di contestazione,
gli anni ‘70, in Italia musicalmente parlando c’era il deserto.
Ogni concerto, tra molotov e manganellate, finiva sempre a schifìo e
nessuno si azzardava ad organizzare alcunchè.
Ma il mio Quartiere
Forlanini, da sempre all’avanguardia, aveva la risposta: nella vicina Cascina Monluè si organizzava ogni estate la Festa dell’Unità,
con cantanti internazionali… nazionali… regionali… insomma,
quelli che passa il convento. L’aia era grande, il posto
raggiungibile anche a piedi, le zanzare affamate, le serate calde e
ventilate, i concerti gratis. Giovani, che volete di più?
Chi è che suona
stasera? Ivan Graziani. Andiamo allora. Nessuno di noi era un suo fan
ma si sa che c’è una età in cui non si va tanto per il
sottiglione.
E facemmo benissimo
perché non pensavo di divertirmi così tanto. Mi ero preparato a
sorbirmi un cantautore (siediti qui e ascoltami) e invece fu un
concerto rock! Yeah!
Non eravamo in tanti
quella sera per cui ero seduto quasi sotto il palco. Quando Ivan
entrò in scena con i suoi occhialoni rossi e impugnando la chitarra
elettrica applaudii per cortesia ma mi conquistò subito.
Iniziò infatti con
l’allora inedita Monna Lisa, con la sua chitarra blues: “Sì,
vorrei rubarla, vorrei rubare quello che mi apparteneva….”. Ben
presto esplodeva e la banda lo seguiva compatta. Sentivo la mia
gambetta muoversi a ritmo. Ma...è bella, è...è trascinante!
Due ore così, a
muoversi e cantare in coro. Lezione imparata: mai sottovalutare un
artista.
E i concerti al
Monluè? Andarono avanti sino al 2008, sin quando l’allora
sindachessa Letizia Moratti, sia dimenticato nei secoli il suo nome,
decise di abolirli perché facevano “troppo rumore”.
Troppo tardi, io me li ricordo!
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