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sabato 3 settembre 2022

DOPO IL LICEO VORREI ISCRIVERMI A FILOSOFIA MA I MIEI VORREBBERO UNA FACOLTA' CHE MI GARANTISCE UN LAVORO. COME DOVREI COMPORTARMI? 

(tratto da una storia verissima)

Dopo essere uscito dal liceo con il massimo dei voti, un giovin milanese che chiameremo per brevità Luca (nome di fantasia) si iscrisse alla facoltà di Filosofia alla Statale di Milano, con grande scorno del padre che lo voleva ingegnere e della mamma che lo sognava medico. "Ma che lavoro può fare un laureato in Filosofia?" chiedeva sconcertato il padre. "Boh" rispondeva la madre

Ma lui no, aveva la testa piena di sogni, ideali e belle aspirazioni. Del resto Filosofia era la materia in cui Luca (nome di fantasia) meglio riusciva al liceo, una sfilza di 10 da paura. Una bella testolina insomma, tutta da coltivare.

L'occhialuto giovinotto quindi iniziò a frequentare le lezioni e prendere diligente appunti, leggendo Essere e Tempo di Heidegger e altri tomi, frequentando gruppi di giovani filosofi, collettivi in cui si discorreva di epistemologia della scienza, sillogismi aristotelici, filosofia presocratica. Roba forte insomma.

Eppure… un dubbio rodeva l'anima del povero Luca (nome di fantasia) quando vedeva che i neolaureati in Filosofia nonostante le belle parole si adattavano ai lavori più umili post-lauream. In pratica l'unico lavoro "vero" era l'insegnamento nelle scuole, sbocco un filo esile. E tutti gli altri?

Tempo un paio d'anni di frequentazioni universitarie, le giovanili illusioni di Luca (nome di fantasia) si erano sgretolate e dissolte. Se poi associamo il fatto che lo studente di Filosofia è di solito timido e socialmente inetto, il quadro è completo: che futuro lo aspettava? Cosa ne sarebbe stato di Luca (nome di fantasia)? Nuvole nere sul suo domani.

Basta. Un bel giorno il milanese rivoluzionò tutto e mentre era ancora in corsa si iscrisse a Psicologia, che per scoraggiare non teneva valido NESSUN esame di quelli che aveva già dato. "Non fa niente", si disse il giovane Luca (nome di fantasia), la voglia di cambiare era troppo forte, ricomincio da zero. Il resto, come si suol dire, è storia.

Quando si chiede oggi al maturo Luca (nome di fantasia) cosa gli è rimasto di quegli anni giovanili, lui ci pensa un po' su e poi risponde: "la filosofia, come diceva Aristotele, non serve a niente. Ma proprio perché non serve è la più libera di tutti i saperi. Io -ammette sconsolato l'occhialuto vecchietto- per due anni ho studiato libertà. Poi la vita mi ha costretto ad imparare un lavoro, ma è come quando si vede il mare, non l'ho più dimenticata.".

E se oggi un giovane gli confessasse che lo attira Filosofia? Luca (nome di fantasia), che ha fatto carriera nella sua vita come Psicologo, gli direbbe che va benissimo, ma di pigliare prima una laurea inerente al lavoro e poi come SECONDA LAUREA Filosofia.

Fare insomma come Isaac Asimov, prima biochimico e che come seconda laurea scelse appunto filosofia. Primum vivere, deinde philosophari. E Isaac era un uomo intelligente, così tanto che nessun test riuscì mai a stabilire quanto lo fosse. Qualcosa vorrà pur dire, poi fate come volete.



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