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domenica 4 settembre 2022

CHE NE PENSO DELL'ATTACCO A SALMAN RUSHDIE

Il fatto: ieri (12.8.22) lo scrittore indiano Salman Rushdie è stato accoltellato durante una conferenza nei pressi di New York. Lo scrittore di 75 anni non sembra in pericolo di vita, anche se forse perderà un occhio. L'attentatore è un giovane mussulmano di 24 anni, che ha eseguito la fatwa (condanna a morte irrevocabile) emessa nel 1989 dall'Ayatollah Khomeini nei confronti di Rushdie, colpevole di aver pubblicato un libro blasfemo, "I versetti satanici".

Considerazioni personali: la condanna è del 1989, il ragazzo è nato nel 1998. L'odio e l'intolleranza hanno inquinato anche le nuove generazioni, che tristezza. Si sperava che con il passar del tempo, l'educazione, l'integrazione blabla certi discorsi venissero tralasciati e invece l'odio ha radici antiche, non così facilmente estirpabili

Mi rivolgo ai mussulmani in ascolto, non so nemmeno se risponderanno: come vi fa sentire questa notizia? Siete dispiaciuti o intimamente soddisfatti perché "ha avuto quel che si meritava"? Anzi, ripensandoci non dite niente, non voglio aizzare sterili e ipocrite polemiche. "Eh però, anche i cristiani…". Le religioni in teoria diffondono amore e unione, in realtà spargono odio e divisioni, niente me lo toglie dalla testa.

Ai tempi avevo letto per recensirlo "I versetti satanici". Considero Rushdie un ottimo scrittore (il suo "I figli della mezzanotte" è un capolavoro, tra i dieci libri più belli del dopoguerra). Era un libro ben fatto e tutt'altro che irrispettoso, del resto Rushdie è lui stesso mussulmano. Il titolo fa riferimento a dei misteriosi versetti eliminati dal Corano di Maometto, un po' per intendersi come se un cattolico scrivesse dei Vangeli Apocrifi. Toccare e mettere minimamente in dubbio il loro libro sacro è per i seguaci dell'Islam però proibito a prescindere, scatta l'intolleranza.

E mi vien da sorridere, perché se di questo libro si parla e si legge ancora è proprio per via della sua condanna. La Censura ha ottenuto l'effetto contrario, giusta punizione. Pensiamoci la prossima volta prima di proibire qualcosa.


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