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lunedì 23 novembre 2020

 IN QUALE EPISODIO DELLA MIA VITA SONO STATO FORTUNATO

Ero giovane ed ero pirla. Non l'ho mai raccontato a nessuno. Nella estate del 1991 mi dovevo recare a Genova e presi la famosa autostrada Milano-Genova, che per chi non l'avesse mai fatta è tortuosissima .
Solo che ero in ritardo e schiacciavo il pedale dell'acceleratore contando sui miei riflessi giovanili. Andavo a velocità sostenuta, senza rispettare i limiti. E all'uscita di una galleria successe quello che era prevedibile, c'era una mezza curva, persi il controllo della vettura e finii fuori strada.
Frenai in una piazzola deserta miracolosamente. Ero sopra un viadotto autostradale altissimo. Iniziai a sudare freddo, mi resi conto che per pura fortuna ero illeso. Ancora pochi metri e io e la macchina volavamo giù nel burrone per 50 metri. Ancora incredulo uscii dalla macchina dicendo "Che fortuna, Luca, che fortuna…".
Ci son state conseguenze? Sì, almeno due. Ripresi a guidare con molta più prudenza, chi se ne frega del ritardo, e giurai a me stesso una cosa, che non avrei mai più detto in vita mia che ero sfortunato.
Ho mantenuto in questi anni entrambe le posizioni. Mi sono capitate molte cose brutte poi nella mia vita (a partire dalla diagnosi nel 1997) ma non ho mai detto "che sfortuna che ho!".
Lezione imparata. Il ricordo di quel giorno sul ponte in autostrada mi è rimasto impresso per sempre. Ancora adesso che ne sto scrivendo ho i brividi.



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