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sabato 28 novembre 2020

DA DOVE DERIVA LA PAROLA "FROCIO"?

Le ipotesi alla base della parola "frocio", l'insulto sprezzante e volgarotto con cui si definiscono gli omosessuali, sono tante, ma ce n'è una che ho sempre trovato assai azzeccata. Affonda le sue radici a Roma, dove la parola è nata nell'800 e si è diffusa (il primo ad usarla in ambito ufficiale sembra fu Pasolini).

Quando Roma venne infatti occupata dall'esercito di Napoleone (inizio '800), la città si riempì come è ovvio di soldati francesi, molto diversi nei modi e nei costumi. Ubbidienti, silenziosi, portatori di una civiltà ed educazione insolita vennero però fraintesi e presto disprezzati dal popolino romano, abituato a modi ben più bruschi.

Rispetto e gentilezza, oggi come allora, nella città eterna hanno un significato relativo, come si accorge qualsiasi turista. Pensiamo al Marchese del Grillo, ar Monnezza, ad Alberto Sordi, a Mario Brega etc esempi celebrati di "romanità". La "romanità" sempre guarda con sospetto la gentilezza, e questo vale sia nei maschi che nelle femmine (Anna Magnani o la Ferilli) sia chiaro. Quello che ad un abitante del nord sembra coatto è solo la punta di un modo di vivere e concepire la vita, fortunatamente non di tutti.

Ben presto "froscio" (cioè "francese" in dialetto romano) divenne un insulto, in cui si dava dell'effemminato alla persona., reputata scarsamente virile. Da qui a "frocio" il passo è stato breve.

.So bene che questa ipotesi verrà denigrata da tanti, ma era giusto farla presente. Adeguatevi al contesto quando arrivate alla Stazione Termini, tirate fuori la vostra coattaggine e nessuno vi chiamerà Frocio. Altrimenti rischiate….

https://www.youtube.com/watch?v=20gLCwKbxO0



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