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giovedì 22 ottobre 2020

 CIAO ZIO LICURGO

(ESSERE O NON ESSERE)

Mio padre portò in tavola l’urna con le ceneri di mio zio Licurgo, morto a 60 anni in ospedale tanto tempo fa.

“Mi è costato un po’ ma ecco, qui c’è mio fratello.”.

L’urna era un cubo di alluminio luccicante, grande circa 30 cm per lato, con una targhetta d'oro con sopra scritto il nome di mio zio.

“Ciao zio.”. Accarezzai la scatola. Mio zio era un tipo strano, a partire dal nome (mio nonno era appassionato di storia greca). Aveva un caratteraccio, venne licenziato spesso, non si è mai sposato né avuto figli e viveva da solo in un bilocalino minuscolo di periferia circondato dai ricordi di una vita.

Purtroppo gli era venuto pure un ictus ed era mezzo paralizzato. Vi lascio immaginare quanto poteva essere appetibile un uomo così, infatti era solissimo, senza neanche un amico.

Io me lo ricordo sempre incazzato e scontroso. Non si dovrebbe dire ma quando morì in un certo senso fu una liberazione per tanti. Era lo zio cattivo della famiglia.

Penso che io e mio padre siamo gli unici al mondo che lo ricordano con qualcosa simile all’affetto. Povero zio, so che aveva avuto una infanzia terribile con la guerra mondiale. E’ stato un uomo molto sfortunato negli affetti (se ne aveva avuti) e nel lavoro. Certo ci aveva messo del suo ma era un fallito. Uno "sfigato", come dicono oggi.

Non mi ricordo più perché ma mio padre uscì dalla stanza, lasciandomi da solo con le ceneri di mio zio. Le guardai e iniziai a parlarci spontaneamente, come Amleto con il teschio di Yorik.

“Ciao zio. Sono Leandro, tuo nipote. Sai che sono finito un po’ come te? Ora la pecora nera della famiglia sono io. Vivo in un bilocale in periferia, alle soglie della povertà. Sono in sedia a rotelle da qualche anno, mi è venuta una grave malattia. E ho 59 anni, l’anno prossimo ti raggiungo. Non ho fatto una gran carriera al lavoro e vivo solo.

Oh certo, in molte cose siamo diversi. Io mi sono sposato, laureato, ho fatto un figlio, ho fatto la transiberiana che era un tuo sogno, ho scritto libri, sono amato… ma siam finiti uguali. A che è servito fare tutte queste cose se poi la fine è la stessa?

Tu sei stato però molto più sfortunato di me, lo riconosco. Che brutta fine hai fatto e che farò pure io. Ma qualcuno ha pianto per te quando te ne sei andato? C'è mai stata una donna che ti ha amato? Ogni uomo ha una donna che lo ama, perché hai allontanato la tua? Questo è un bel problema. Lo chiederò a mio padre quando torna. Sei mai stato amato veramente?”

L'urna di alluminio non rispondeva. L'ho guardata e accarezzata.



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