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domenica 27 settembre 2020

 UN GIORNO NERO


Da ragazzo amavo molto la musica, come ben sa chi passava sotto la mia finestra. E più che ascoltarla mi piaceva suonarla, suonavo tutti gli strumenti che trovavo. Avevo orecchio, mi divertivo. Componevo pure qualcosina.

Ricordo ancora quando mi son fatto prestare un sax, strumento non facile, ci vogliono polmoni potenti. Tutto quello che riuscivo a fare io era stato emettere dei grevi suoni tipo sirena da nave, così forti e improvvisi che svegliavo mezzo quartiere. Meglio dedicarsi ad altro :) come la chitarra o il mio amato pianoforte Bechstein.

Per anni ho preso lezioni di pianoforte. Suonavo con gioia Bach e Chopin e secondo la maestra con buoni (anche se non eccelsi, ma non importa) risultati.

Poi, avendo il destino per me progetti diversi, purtroppo mi arrivò addosso una malattia e a poco a poco persi l’uso della mano destra. Lenta ma inesorabile.

Diventai un mancino acquisito, che si barcamena e vive in un mondo dove vige la tirannia degli uomini con due mani. Mi rassegnai a ridare indietro il pianoforte e tutti gli altri strumenti accumulati nel corso degli anni. Mi rimaneva comunque l’amore per la musica e sapere riconoscere le cose migliori.

Poi un giorno nero buttai via tutto, spartiti e dischi. Per quasi due anni non ascoltai musica, poi pian piano (i vecchi amori non si scordano) ripresi e oggi si può dire che sono ritornato, per la passione musicale, ai livelli di una volta.

Quando la vita mi mette davanti a delle rinunce impossibili, guardo dentro e mi dico “se ho rinunciato al mio amato pianoforte, posso rinunciare a tutto”.



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