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giovedì 10 settembre 2020

 IMMAGINA


Nel 1971 ero proprio un bambino e alla radio c’era sempre questa canzone in inglese che ripeteva “Imagine...imagine...”. Allora accompagnato da mia madre andai in un negozio di dischi e dissi timoroso al commesso: “Avete una canzone che dice Immagina immagina?”.
Non so se oggi, con tutti i negozi virtuali, si può ancora fare. Allora andava così. Il commesso tirò fuori una copia dell’LP Imagine di John Lennon, a casa l’ascoltai, era proprio quella! E l’album era pieno di perle (It’s so hard, Jealous guy, My love, How? Etc). Gran disco.

Tutto gasato lo portai da due fratelli che avevano appena comprato il fighissimo stereo Parlophone (io per i dischi avevo un preistorico mono con cui ascoltavo le canzoni di Topo Gigio, e ho detto tutto). “Vi ho portato una roba...”

La mia venerazione per John Lennon di quando ero ragazzo è da lì che è partita. Poi lungo gli anni si sono aggiunte altre cose ma è sempre bene ricordare gli inizi. E passando gli anni ho visto anche come quella canzone è cresciuta, è diventata un inno pacifista rendendo Lennon un santo intoccabile.

L’hanno cantata anche davanti al Papa! Il che fa sorridere se si legge il testo, che ho scoperto poi essere un inno all’ateismo.
“Immagina che non ci sia il paradiso, provaci è facile, e nemmeno l’inferno sotto, sopra di noi solo cielo,..”



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