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mercoledì 9 settembre 2020

GLI “INFAMI”

Molte persone, davanti alla giustizia italiana, percepita come troppo comprensiva e buonista, evocano a mo’ di castigo di Dio la cosiddetta “giustizia carceraria”. Cioé il “trattamento” che gli altri carcerati opereranno nei confronti per esempio dei quattro violenti che hanno ucciso a botte Willy. Una specie di sacrosanta legge del taglione, sancita pure dalla Bibbia.

Lasciatemi precisare e ripetere una cosa, per non prenderci in giro. Nelle prigioni italiane esistono, come avviene in tutto il mondo, varie sezioni: maschile, femminile, minorenni, isolamento, mafiosi etc. Tra i vari settori c’è anche il reparto “Protetti”.

“Protetti da chi?”, chiesi ingenuamente la prima volta che venni a sapere della sua esistenza.

“Dagli altri detenuti”, mi rispose un magistrato.

In questo reparto vengono in genere inseriti i colpevoli di reati sessuali o di violenza contro donne o minorenni, i transessuali, gli spioni, tutte quelle persone che per un motivo o per l’altro temono ritorsioni o vendette dagli altri detenuti (Schettino per esempio sta scontando la sua pena tra i Protetti).

Sono gli “infami”, quelle persone che per la sub cultura carceraria devono pagarla in maniera diretta. Sono condanne senza Appello, è dovere di ogni carcerato eseguirla. Se non lo fai tocca a te. I Direttori lo sanno e per evitare problemi li trasferiscono subito in questo reparto. Non esiste solo un tipo di Tribunale in questo mondo.

Scommetto 10 a 1 che i quattro sono in quel tipo di reparto ora. E spero in celle diverse, così non si sostengono a vicenda (se isolato, il bullo ha paura). Lì resteranno a lungo.




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