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martedì 29 settembre 2020

INCONSOLABILE

Massimiliana, chiamata da tutti Massi, era una ragazza con gli occhiali spessi che viveva nella comunità per disabili dove ho lavorato per qualche anno.

Me la ricordo bene, era inconfondibile: paciarotta anzi tondetta, molto bassa di statura, sempre allegra con la sua vocina, aveva un piccolo impiego come sartina in una ditta della zona dove la accompagnavo tutte le mattine.

Non era una cima, poverina, sapeva a malapena badare a se stessa e il suo vocabolario e i discorsi dietro le lenti sul naso erano assai limitati. Però era docile e, dato che rideva sempre, era piacevole lavorare con lei.
La sua vita era molto ristretta: si recava al lavoro, tornava in comunità, mangiava con gusto e andava a letto presto. Un fiore delicato che poteva vivere solo se qualcuno si prendeva cura di lei.

Una domenica pomeriggio andammo tutti al cinema, basta stare sempre tra queste mura. Decidemmo per una commedia che ai tempi andava per la maggiore, “Quattro matrimoni e un funerale”. Mentre seguivamo le divertenti imprese di Hugh Grant accadde però un fatto inspiegabile. Massi, sempre così allegra, iniziò a piangere. All’inizio sommessamente, poi sempre più inconsolabile. Nel cinema ci guardavano tutti scandalizzati, cosa stavamo facendo a quella povera ragazza?
Non riusciva a fermarsi e la portammo con tante scuse fuori dal cinema. Noi educatori ci guardavamo sbigottiti, nessuno capiva perché. Tornammo in comunità e dopo cena la mettemmo a letto, con lei che piangeva sempre. Passai da lei per la buona notte.
Sedendomi sul bordo del letto, dopo un paio di minuti di silenzio le chiesi: “Ma cosa c’è, Massi?”.
All’inizio non rispose. Dopo un po’ tra i singhiozzi disse “Non mi sposerò mai...” e giù lacrime. Nel vedere sullo schermo tanti matrimoni aveva pensato a se stessa.

Ce lo dicevamo spesso, magari ipocritamente, tra noi educatori “beh, meno male che almeno questi ragazzi così sfortunati non hanno certi bisogni”. E invece ce li avevano, solo erano seppelliti e chiusi a chiave.
Il desiderio di amare ed essere amati, di avere una vita intima, normale, una famiglia. Non bastano le parole in questo mondo, non si vive di solo pane. Una carezza, un bacio, un gesto affettuoso che riempie il cuore. Senza questi sogni la vita non ha senso, è senza un pavimento, è un deprimente passare i giorni.
Massi da tanti anni non c’è più, se ne è andata con questo segreto nel cuore.



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