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giovedì 17 settembre 2020

 GIRINI

Questa ve la devo raccontare. Dovete innanzitutto prendere la vostra macchina del tempo e tornare indietro in Quartiere negli anni ‘60, Giurassico quindi.
Il Forlanini come quartiere è ancora in costruzione. La Scuola Ferrarin per esempio è da venire e il terreno su cui sarebbe sorta solo uno spiazzo deserto e polveroso che i ragazzini, avidi di spazi liberi, utilizzano per interminabili partite di pallone, di cui poche settimane fa vi ho fornito il regolamento.

E non è finita qui: dopo le piogge, in quel terreno si formavano tante pozzanghere in cui si potevano vedere cose strane, che a noi piccoli esploratori non sfuggivano. Minuscoli animaletti con la coda (simili agli spermatozoi, per intenderci) che guizzavano numerosi nelle acque salmastre. Erano i “girini”, che poi da grandi sarebbero diventati rane. Oggi potete cercarli con comodo su youtube, allora li vedevamo dal vivo. La società si è evoluta. Forse.

Torniamo ai giorni nostri. Un amichetto che non vedo letteralmente più da 50 anni (c@zzo, 50 anni) recentemente mi contatta. Siamo diventati adulti entrambi. Incredulo gli dico “Giorgio, sei tu?” e iniziamo a chiacchierare. Ho una idea, portarlo dai miei genitori, gli farà certo piacere rivederlo, anche i miei genitori si ricordavano di lui.

Riporto il dialogo tra me e Giorgio:
“Vieni con me a trovare mia madre e mio padre, gli farebbe un sacco piacere?”
“Certamente, perché non dovrei?”
“Bravo giovine, facciamo un sabato mattina di questi? Invito aperto anche a morose, figli etc.”
“Dove ci troviamo a Milano?”
“I miei abitano al Forlanini (aeroporto, zona est)).”
“Sempre là? Dove io e te andavamo a prendere i girini?”

Sono rimasto di sasso. Pensavo non se li ricordasse più nessuno i girini, tranne me.






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