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mercoledì 30 settembre 2020

GESU’ IN PRIGIONE

Gesù viene catturato giovedì e, dopo un processo sin troppo rapido e senza garanzie, viene condannato a morte dai Romani per crocefissione. La sentenza è eseguita già il mattino dopo. Una farsa insomma quel processo, una sentenza già scritta, sempre che processo regolare sia stato. La morte per lui arriverà, dopo ore di agonia, il venerdì pomeriggio.

E’ lecito quindi supporre che la notte tra giovedì e venerdì Gesù l’abbia passata in custodia da qualche parte, in attesa di prelevarlo il mattino dopo. I Vangeli non ne parlano e in Gerusalemme vari siti si contendono il luogo della prigione di Gesù.

L’ultima notte. Nessuna schiera di angeli verrà a salvarti, Gesù, le porte non si spalancheranno trionfanti nella luce. Solo un posto umido, sporco, senza speranza. Chissà se sei riuscito a dormire, se le piaghe delle 39 frustate ti hanno lasciato tregua, che cosa hai pensato, se hai parlato con qualcuno, quali sono state le tue ultime parole.

Domani soffrirai, morirai. E’ già tutto previsto, non c’è niente tu possa fare. Niente. La notte non durerà per sempre. E’ probabile che tu abbia pianto, che abbia pregato, che abbia ripercorso tutta la tua vita. L’ultima notte dei condannati a morte.

Io adesso mi sento così, come Gesù in prigione quella notte. Sono stato condannato per qualche mio grande peccato e nessuno verrà a salvarmi. Mi attacco alle sbarre della prigione, il tempo passa, il mattino sta arrivando. Il tempo sta finendo. Ah, se avessi più tempo.

Ho preso una decisione. Non maledirò nessuno, non mi ribellerò, cercherò di conservare la mia dignità, se possibile farò buone azioni. Usciamo di scena bene. 

Gesù intanto prega. Spera che il Signore verrà a salvarlo, è sicuro che non lo ha abbandonato (domani cambierà idea). Il tremendo sole del mattino sta arrivando. E se avessi sbagliato tutto? No, non è possibile. Non voglio morire così, tra poco saprò la verità.




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