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domenica 17 novembre 2019

SVEGLIATI, PICCOLA SUSIE!

Immagina di essere un adolescente americano che negli anni ’50 porta al cinema la sua amichetta. E’ la prima volta, sei emozionatissimo e vuoi fare bella figura. A sua madre prometti da bravo ragazzo che riporterai la piccola Susie prima delle 10. La speranza è quella di un bacio, quanti film interiori che si fanno i ragazzi (mi dicono dalla regia che li fanno anche le ragazze, ma è da verificare).

Tutto bene dunque? Eh no, si sa che il diavolo ci mette sempre lo zampino. Il bastardone si diverte coi giovani. Il film non era granché e i due ragazzini si addormentano per poi risvegliarsi a notte fonda.

Oddio panico, le 10 son finite da un pezzo! Svegliati, piccola Susie, svegliati! Oddio, cosa diremo a tuo padre e tua madre? E cosa diremo agli amici quando esclameranno oohlalà… Chissà cosa penseranno, che vergogna…
Possiamo solo immaginare il cazziatone che si sono presi dopo i due ragazzi. Mi sa che il ragazzo si era bruciato qualche uscita serale.

Ma la cosa migliore è avvenuta il giorno dopo, quando il ragazzo, ripensando a quegli istanti di panico, ha preso la chitarra e li ha trasformati in una canzone poi divenuta famosissima “Wake up, little Susie!” (Svegliati, piccola Susie), ripresa anche da Simon & Garfunkel. L’ispirazione nasce in quei momenti, altro che.


“Svegliati, piccola Susie, svegliati!
Ci siamo profondamente addormentati,
svegliati, Susie, che disperazione!
Il film è finito, sono le dieci passate e siamo nei guai
Svegliati, piccola Susie! Dobbiamo tornare a casa!
Adesso cosa diremo a tua madre, cosa diremo a tuo padre

Cosa diremo ai nostri amici quando esclameranno ooh-la-lâ?”


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