SVEGLIATI, PICCOLA SUSIE!
Immagina di essere
un adolescente americano che negli anni ’50 porta al cinema la sua amichetta. E’
la prima volta, sei emozionatissimo e vuoi fare bella figura. A sua madre
prometti da bravo ragazzo che riporterai la piccola Susie prima delle 10. La
speranza è quella di un bacio, quanti film interiori che si fanno i ragazzi (mi
dicono dalla regia che li fanno anche le ragazze, ma è da verificare).
Tutto bene
dunque? Eh no, si sa che il diavolo ci mette sempre lo zampino. Il bastardone
si diverte coi giovani. Il film non era granché e i due ragazzini si
addormentano per poi risvegliarsi a notte fonda.
Oddio panico, le
10 son finite da un pezzo! Svegliati, piccola Susie, svegliati! Oddio, cosa
diremo a tuo padre e tua madre? E cosa diremo agli amici quando esclameranno oohlalà…
Chissà cosa penseranno, che vergogna…
Possiamo solo
immaginare il cazziatone che si sono presi dopo i due ragazzi. Mi sa che il
ragazzo si era bruciato qualche uscita serale.
Ma la cosa
migliore è avvenuta il giorno dopo, quando il ragazzo, ripensando a quegli
istanti di panico, ha preso la chitarra e li ha trasformati in una canzone poi
divenuta famosissima “Wake up, little Susie!” (Svegliati, piccola Susie),
ripresa anche da Simon & Garfunkel. L’ispirazione nasce in quei momenti,
altro che.
“Svegliati, piccola Susie, svegliati!
Ci siamo profondamente addormentati,
svegliati, Susie, che disperazione!
Il film è finito, sono le dieci passate
e siamo nei guai
Svegliati, piccola Susie! Dobbiamo
tornare a casa!
Adesso cosa diremo a tua madre, cosa
diremo a tuo padre
Cosa diremo ai nostri amici quando esclameranno
ooh-la-lâ?”
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