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sabato 16 novembre 2019


LA BEONA

Da bambino, mentre un giorno camminavo con mia madre, vidi una donna che camminava male, tutta storta. Nella mia ingenuità chiesi:

“Mamma, perché quella signora cammina strana?”

“Niente, niente. Vieni, andiamo via!”

Combinazione qualche mese dopo, uscendo con una mia vecchia zia, rividi la stessa donna, una che non si vedeva molto in giro (chissà dov’è finita). Anche quel giorno camminava strana per cui ripetei la stessa domanda a mia zia.

Mia zia veneta dopo uno sguardo rispose ridendo: “Xè una beona” (è una ubriacona).

Da bambino mi stupii molto ma da adulto mi sono reso conto che quella dell'alcol è una vera piaga. Nascosta ma molto diffusa. Con una sostanziale differenza, il cui perché non ho mai capito esattamente: mentre gli uomini sono “bevitori sociali” e si ubriacano in compagnia fino a esagerare, le donne quando sono sole, tristi o disperate spesso cedono all’alcool ma sempre di nascosto, tra le mura di casa. Quante lacrime con la testa sulle braccia, piegate sul tavolo col bicchiere vicino. Quanta disperazione.

Vorrei entrare come un fantasma in quelle case, vuotare le bottiglie nel lavandino e spezzare tutti i bicchieri. Oggi quando vado a casa di una amica e noto che nel frigo tiene bottiglie di vino o liquore, mi scatta sempre dentro un campanellino d’allarme.

“Come mai queste bottiglie in frigo?”

“E’ per quando vengono gli ospiti.”

“Ma se dici che non viene mai nessuno!”

“Eh, non si sa mai...”

Non si sa mai… poi le guardo negli occhi, ma le donne sono abili a dissimulare i sentimenti.

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