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sabato 23 novembre 2019



UN AMICO SE NE VA
La sera del 2 dicembre 2018, una domenica, aspettavo che Massimo Iezzi ritornasse a casa mia. Da qualche mese il vecchio amico del Forlanini era venuto ad abitare da me per assistermi dopo la polmonite che in estate mi aveva devastato.
Dato che Massimo partiva da casa sua (Tribiano) in bicicletta doveva essere da me abbastanza presto, verso le 18.00, prima che facesse buio buio.
Alle 18 non si vede... nemmeno alle 19… nemmeno alle 20. Intanto mi ero attaccato al telefono ma non rispondeva. Il mattino dopo doveva accompagnarmi in studio per effettuare una perizia. Massimo, dove cazzo sei? Strano perché magari aveva tanti difetti ma era sempre puntuale.
Niente, non compariva. Iniziarono a venirmi brutti presentimenti, forse un incidente. Nella notte parlai con Davide Corradi che mi disse “Ok domani mattina sono libero, vado a casa sua a vedere, dammi l’indirizzo”.
Il mattino dopo mia sorella Matilde, casualmente quei giorni in Italia, mi accompagnò nel mio studio dove avevo una perizia per il Tribunale Minorenni, roba delicata. Mi immersi nel caso, avevo davanti genitori tossici.
Alle 10.43, in pieno dibattito, mi arrivò una telefonata da Davide. Aveva un tono di voce ancora incredulo: “Massimo è morto”.
Rimasi impietrito. Davide aveva notato nel cortile la sua bicicletta e nella porta di casa la chiave nella toppa (brutti segni). Era andato dai Carabinieri che avevano chiamato i Pompieri, entrati dalla finestra di casa. L’avevano trovato morto avvolto nelle coperte, gli era venuto un infarto nel sonno. Viveva molto poveramente, in una casa senza nemmeno il riscaldamento.
Davide mi disse anche altre cose che non ricordo più. Riattaccai. Avevo davanti a me due genitori infervorati che iniziarono subito a dirmi e spiegarmi cose importantissime. Non so come riuscii a rimanere impassibile mentre prendevo appunti. E’ stata la più grande prova di autocontrollo della mia vita.
Tornando, l’enormità della notizia e il dolore iniziarono a crescere dentro di me. Massimo è morto...è morto! Lo conoscevo da quasi 50 anni (50 anni) e se ne era andato così. No no no.
Non ci potevo credere. Sentii ancora Davide al telefono che confermò la notizia e mi diede altri dettagli. Era tutto vero.
Rientrando in casa la sua presenza era ovunque. Vestiti, coperte, il tabacco, le medicine per la pressione. La casa era vuota adesso senza Massimo, è mancato talmente all’improvviso che c’erano dappertutto cose sue. In frigo c’era ancora la pasta con patate che era stata preparata per lui e quando l’ho finita son crollato.


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