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sabato 23 novembre 2019

I FROCIONI DI BRUZZANO
Facciamola corta, altrimenti sai che sugo. A giugno 2018 mi venne una polmonite fulminante, che all’inizio scambiai per una banale influenza.
Inutile dire che in pochi giorni mi devastò anima e corpo. Vivendo da solo precipitai nell’abisso.
Una vicina passò per caso, mi vide paralizzato a letto e avvisò mia madre che chiamò l’ambulanza. Ho dei ricordi confusi (e te credo) di quando mi han portato al Pronto Soccorso, ero in pieno delirio. Ebbi pure una esperienza di pre-morte, magari ne parliamo quando ci vediamo. Sono stato acciuffato, mi ha rimproverato poi un medico, appena in tempo.
Un potente antibiotico ospedaliero mi riportò indietro nel mondo. Quando riaprii gli occhi ero in un letto d’ospedale di Niguarda, era il 25 giugno 2018 ed ero completamente paralizzato. Potevo solo aprire e chiudere gli occhi.
Tra i primi ad accorrere ci fu proprio lui, Massimo Iezzi. Dato che non potevo muovermi mi imboccava come un bambino e passava l’alcool saponato sulle piaghe per impedire il decubito. Grazie Massimo.
Due mesi rimasi a letto. I miei genitori, visto che passava spesso e mi accudiva con gentilezza, gli offrirono 100€ per venire da me tutti i pomeriggi. Massimo, all’epoca disoccupato, accettò volentieri e ci vedemmo ogni giorno. Il grande potere delle vecchie amicizie, solo da lui io immobile accettavo certe cose.
A poco a poco mi ripresi, molto a poco a poco, ma ormai pensavano a dimettermi. Essendo in sedia a rotelle avevo ancora bisogno di assistenza e fu così che Massimo Iezzi si trasferii a casa mia, con l’obiettivo di aiutarmi finché non mi riprendevo. Dormiva sul divano ma so che per questa convivenza maschile eravamo diventati “I Frocioni di Bruzzano”. La gente è perfida.
Spesso sentivo che la notte si alzava per aprire il frigo o rollarsi una sigaretta. Anche lui era abituato a stare solo. Però ho parlato molto con lui, mi portava in giro e in quei mesi di fine 2018 abbiamo diviso veramente tutto.
Eravamo due lupi solitari, due vecchi amici del Forlanini che stavano bene insieme, ognuno aveva il suo spazio e quasi dispiaceva a Massimo tornare a casa sua la domenica per un giorno. Una sera però non tornò.
(continua)


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