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domenica 17 novembre 2019

NEL MILLENNIO SCORSO

“Come mai ti sei fermato?”
“Conosco questa cancellata.”
“Veramente?”
“Sono ricordi lontani ormai, lontanissimi. Del millennio scorso.”
“Ma ancora vivi, a quanto pare.”
“Mi sembra di avere attraversato questo corridoio coperto fino alla porta in fondo tante volte.”
“Allora ricorderai anche cosa c’è dietro la porta.”
“C’è un grande salone...e uno scalone sulla destra. Se salivi andavi su alle aule scolastiche...perché questa è una scuola, vero?”
“Una scuola elementare.”
“Se invece scendevi andavi in mensa, dove i bimbi mangiavano.”
“E cosa mangiavi?”
“Sai che questo non me lo ricordo?”
“Ma mangiavi bene?”
“Boh. Di fame non morivo.”
“Allora stavi in questa scuola anche nel pomeriggio?”
“Sì. Mi sembra di sì. C’era una cosa che si chiamava Doposcuola… c’erano maestri giovani...le classi venivano accorpate...ho un ricordo vago.”
“E qual è il tuo ricordo più intenso delle elementari?”
“Un ricordo scemo. A dirlo mi vergogno.”
“Dai, sputa il rospo.”
“Durante l’intervallo alcune bambine si mettevano in fila davanti a noi maschietti e cantavano ridendo “La bella lavanderina”. Intanto si strofinavano la gonnellina sulle cosce e facevano intravedere un centimetro quadrato di pelle.”
“Apperò. E voi?”
“Noi maschietti guardavamo ipnotizzati e silenziosi. Se ci penso è incredibile, già a quella età...”
“Stregati dalle femmine!”


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