IL BUONO CHE FA BENE
Riporto una mia sensazione personale.
Quando attraverso un qualsiasi sobborgo di periferia e, oltre ai soliti casermoni alveari, noto anche tanti bar, sale di scommesse e locali notturni, una vocina dentro di me dice “ahia”.
Mi capita invece di passare per le strade di un altro quartiere e, oltre ai soliti casermoni e macchine, vedo anche che sono state progettate scuole, centri sportivi, un oratorio (non si ha idea di quanti ragazzi salvi un oratorio), palestre… e allora mi dico interiormente “siamo salvi”.
Purtroppo ho visto con gli anni che mi sono sbagliato, non è che nascere in un posto o in un altro garantisca salvezza o dannazione, però qualcosa di valido in quel pensiero sento che c’era.
Lo sport nei giovani (maschi o femmine che siano) ha per esempio un potere enorme, riesce a darti un motivo di gioia, una speranza, fa stare bene. Bisogna incoraggiare i giovani a fare sport, non può che migliorare spirito e corpo.
E che bella sensazione sapere di essere cresciuto nel Quartiere Forlanini, dove i ragazzi e ragazze utilizzavano ogni minimo spazio per schettinare, iniziare gare o interminabili partite di pallone.
(nella foto di inizi anni ‘60, il Quartiere in costruzione!)
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