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mercoledì 12 agosto 2020

 LE MERAVIGLIE DEL PACKAGING

Quante volte mi è accaduto in queste estati! L’ultima 30 minuti fa. Sono solo in casa, mi viene sete e mi dirigo fiducioso verso il frigo. Lo apro e una bottiglia della mia bibita preferita, nuova e fresca con la rugiada che cola sul vetro, mi guarda invitante.

“Sei mia!”

La afferro e lì inizia l’avventura. Perché il tappo nuovo non è mai stato aperto, è durissimo da svitare e di mani funzionanti me ne è rimasta per la sclerosi solo una. Provo ad aprire in tutti i modi. Con la mano, la tenaglia, la punta delle forbici. Rischio di sbregarmi la mano col coltello. Niente. Il tappo è scalfito ma resiste.

Ci riprovo con un ruggito. Uso i denti, i piedi, faccio cose che non posso raccontare. Maledizione a me quando mi sono dimenticato stamattina di farlo aprire. La tirannia degli uomini con due mani ha colpito ancora. Da ora in avanti solo lattine.

Sfinito mi riposo un attimo, con la bottiglia tappata in grembo. Rifletto. Non posso chiamare aiuto per svitare un maledetto tappo, mi vergogno. Mi rifiondo sul tappo, ormai è diventata una questione di principio, o lui o me.

Sarà stata la rabbia o la mano di Gesù Bambino ma finalmente sento pssssst!! Piano adesso. Con cautela apro la bottiglia sballottata, non vorrei sgasasse improvvisa. Ho vinto vma sono esausto. Sono esausto ma ho vinto.

Oh finalmente ti sei aperta, anzi non sarebbe male accompagnarla con qualche biscotto o grissino. Mi sembra che ci siano da qualche parte. Dov’è che sono? Dov’è che sono? Ah lo sapevo che c’erano. Eccoli lì in fondo al frigo. Sono belli e mi guardano.

Ognuno nella sua confezione sigillata.


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