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mercoledì 5 agosto 2020

CANE E GATTO

L’occasione era troppo bella. Capita, se capita, solo ogni tanto. Erano entrambi lì sulla porta, fermi che mi guardavano curiosi, un cagnolino bianco e un gattone nero. Nella casa dove passerò la vacanza ci abitavano già loro, io sono evidentemente un intruso.

Mi sono avvicinato, fermandomi ad una distanza di sicurezza, e li ho guardati. Anche loro ricambiavano fissi. Dopo qualche istante di silenzio ho iniziato il discorso di benvenuto, con un tono deciso ma accomodante.

“Oh buonasera ragazzi, io mi chiamo Luca e starò in questa casa un po’ di tempo. Spero che saremo amici e andrà tutto bene. Magari ci divertiremo insieme. So che voi abitate qui già da molto tempo ma tranquilli, non invaderò i vostri spazi e ci rispetteremo a vicenda. Avete qualcosa da dirmi?”

Orbene, so che è un errore umanizzare gli animali, ma notavo tra i due un comportamento diversissimo. Il barboncino muoveva agitato la coda, si faceva piccolo. Guardava altrove e si spalmava impaurito sulla parete. Aveva paura di me ma non mi sembrava di averlo minacciato. Eppure questo era.

Il gattone no. Mi guardava senza muoversi. Immobile in posizione Sfinge, teneva spalancati i suoi occhi gialli e non perdeva un mio movimento. Stava valutandomi. Ho intravisto lo stesso sguardo in ragazzotti di periferia quando passavo accanto al loro gruppo.

Gli leggevo nel pensiero: “Ma chi cazzo è questo? Da dove salta fuori? Mica penserà di avere delle pretese? Alla prima occasione sistemo io questo scemo.”
Stai in campana, Luca.


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