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mercoledì 13 aprile 2022

 E' LEGITTIMO TORTURARE UN TERRORISTA PER SAPERE DOVE HA PIAZZATO UNA BOMBA CHE ESPLODERA' TRA UN'ORA?

Questa domanda mi risveglia un doloroso ricordo personale, avvenuto qui in Italia. Sono passati 30 anni ma la ferita è ancora viva. Ve la racconto così vedete cosa succede nella pratica.
Nel 1992 in Calabria venne rapito dalla "Banda Sequestri" un mio parente, Lollò C.. Aveva una piccola ditta di fotografie per matrimoni che andava bene. Lo vedevo ogni estate, lui e i suoi figli. Si era sempre tenuto lontano da certi giri ma si vede che non è bastato.
Nove volte su dieci il movente di questi sequestri è sempre quello, i soldi. Chissà quei deficienti cosa pensavano di ottenere dal rapimento. Moglie e figli di Lollò (la faccio breve) si misero in paziente attesa accanto al telefono e dopo un mese di tortura e preghiere arrivò finalmente la richiesta della prima tranche di denaro. Si misero d'accordo su cifra, luogo e ora.
Quello che rapitori e parenti non sapevano era che, malgrado tutte le precauzioni, anche gli investigatori erano in ascolto e, il giorno stabilito, si presentarono anche loro, arrestando i malfattori.
Che però tennero tutti la bocca chiusa. Immagino che per farli parlare abbiano usato le buone e le cattive maniere ma non servì a nulla. I calabresi hanno la testa dura e poi sapevano benissimo che, ammettendo di essere loro i rapitori, la pena sarebbe aumentata.
La moglie e i figli di Lollò si arrabbiarono moltissimo con la Polizia e fecero tante conferenze stampa: gli investigatori, comportandosi così, avevano messo in pericolo di vita l'ostaggio, di cui non venne mai rivelata l'ubicazione. Nessuno telefonò più. Passarono settimane, mesi, anni. Lollò non tornò a casa, una famiglia distrutta, condannata a soffrire. La moglie ha sperato… no, non fatemi aggiungere altro.
Il silenzio dei delinquenti venne considerato dai giudici un'aggravante e vennero tutti condannati all'ergastolo. Solo dopo vent'anni di carcere uno di loro rivelò la grotta dove avevano segregato Lollò. Dopo l'arresto dei criminali, l'avevano abbandonato al suo destino ed era morto di fame e stenti. Povero Lollò.
Trovarono le sue ossa che vennero finalmente seppellite. Il lutto infinito dei familiari, un tormento che non auguro a nessuno, poteva terminare.
Le maniere forti a volte non servono a nulla. Per favore, pensate sempre alle persone prima di fare qualunque cosa.
Nella foto: Lollò insegna a me 15enne come tagliare i fichi d'india.


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