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venerdì 1 aprile 2022

COME RICONOSCERE UN BUON VINO

Quella sera c’erano ospiti a cena e al supermercato sotto casa mi sono lanciato: “Prendo un vino buono, bello costoso ci vuole…. Vediamo vediamo… questo Barolo piemontese, vai. Il re dei vini, il vino dei re. Perfetto!”

Lo stappai un’ora prima della cena per risvegliarlo, come mi aveva insegnato un amico sommellier. Al momento giusto lo portai trionfante sul desco. “Direttamente dai vigneti piemontesi, ecco a voi un eccellente barolo!”, lo versai nei bicchieri, lo degustammo… e non potrò mai dimenticare le facce schifate dei commensali. Non dicevano nulla per non offendermi ma si capiva benissimo che non era affatto piaciuto.

Passai rapidamente al piano B e aprii una bottiglia di Valpolicella, dal rango nettamente inferiore ma assai più fidato. Tutti apprezzarono e NESSUNO quella sera toccò più il Barolo.

Quella notte però rosicai nel letto al buio: “...gngngn con quello che l’ho pagato… ma è Barolo o no?… gngngn...vuoi vedere che m’hanno imbrogliato?… devo informarmi.”. Tremenda vendetta!

Il giorno dopo il vostro affezionatissimo entrava all’Enoteca Milanese di Porta Vigentina con la bottiglia in mano. Casualmente non c’era nessuno in negozio, solo i tre gestori che mi guardavano incuriositi. “Scusate -dissi io-, ho preso questa bottiglia di Barolo ma non è piaciuto a nessuno e volevo chiedere a voi esperti: ma questo vino com’è? E’ veramente Barolo?

Lo presero in mano e guardarono attentamente la bottiglia, senza commentare l’etichetta. Poi misero tre calici in fila, “facciamogli prendere aria”. Il padrone versò un dito di Barolo in tutti e tre i calici da almeno mezzo metro d’altezza con gran gorgoglio.

Mmmm il colore non mi convince...”, disse il primo.

Ha un’odore strano”, disse il secondo.

Alla salute”, disse il terzo. E bevvero in silenzio.

Si guardarono. Il primo mi chiese: “Dove l’ha preso?

Al supermercato”.

Il gestore abbassò gli occhi. Ci fu un attimo di silenzio. “Guardi, probabilmente le hanno venduto un vino Barolo tagliato con altro vino, penso pugliese. Rimane un ottimo vino ma... non è più Barolo al 100%.”. Le facce degli altri due confermavano. Gli esperti avevano sentenziato e mi sentii un completo ignorante.

Conclusioni: se comperi un vino al supermercato, aspettati un vino da supermercato, non importa quanto lo pagherai. Se vuoi un buon vino, entra in una enoteca. Sono lì apposta.

Anzi, quel giorno ho capito una cosa: Enoteche, patrimonio dell’Umanità. In caso di disastro nucleare, penserò a salvare una libreria e un’enoteca, e il mondo potrà ricominciare.



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