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martedì 22 dicembre 2020

IL GRANDE MISTERO DELLA 90

Oggi ho finalmente risolto uno dei più grandi misteri di quando ero ragazzino. Un mistero che una volta tanto ha un luogo e una data precisa, 3 marzo 1974. Un grande stupore colpì infatti il Luchino che quella mattina salì sulla filovia 90 per andare a scuola. Il bigliettaio… non c’era più! Al suo posto c’era una macchinetta che “obliterava” il biglietto.

Prima di allora salivi sul tram con gli spiccioli in mano, pagavi il il bigliettaio che ti rilasciava il bigliettino ma adesso… l’uomo col cappello e la divisa scura non c’era più! Improvvisamente era tutto cambiato sui tram. Prima erano in due, adesso c’era solo il guidatore, a cui non si poteva nemmeno rivolgere la parola. Per avere informazioni sulle fermate bisognava chiedere agli altri passeggeri.

I primi giorni ricordo che fu un po’ “liberi tutti”, nessuno pagava più il percorso e anch’io mi tenevo i soldi. Tanto chi ti dice niente? Poi cominciarono a salire a tradimento i controllori a cui mostrare il biglietto “obliterato” (quanto mi faceva ridere questa parola). Altrimenti ecco un bel multone ed eran dolori da spiegare a casa.

Avevo amici che viaggiavano senza biglietto sempre vicino all’uscita, se ne avevano il minimo sentore con uno zompo saltavano giù. E il vostro affezionatissimo, dopo un paio di figuredimm che sta cercando di obliare, si uniformò comperando i blocchetti da 10 all’edicola.

Ma perché era sparita la rassicurante figura del bigliettaio? Semplice, ho scoperto oggi che l’ATM (azienda tramviaria milanese) era in ristrettezze economiche e decise di tagliare sui costi, e il modo migliore era eliminare gli esseri umani. Il servizio venne automatizzato, con grande gaudio dei sindacati. Macchine al posto di persone, una cosa che avrei visto altre volte negli anni seguenti. Lo chiamano progresso.




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