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mercoledì 2 dicembre 2020

COME RICORDARE I SOGNI

Quando avevo sui 22–23 anni, ancora studente di Psicologia e dopo aver letto "L'interpretazione dei Sogni" di Freud, mi ero intrippato sulla mia vita onirica. Vuoi vedere che il mio inconscio mi manda dei messaggi? Chissà cosa dico a me stesso ogni notte. Varrebbe la pena scoprirlo.

Scopriamolo allora. Oddio, ci sarebbe il problema che i miei sogni me li ricordavo poco. Decisi di seguire il semplice metodo suggerito da Freud: segnare su un quaderno appena alzato la mattina il sogno (farlo subito, certi dettagli si perdono) e poi analizzare con calma le singole componenti per trovare un senso (è questa la parte lunga, che occupa varie pagine). Hai visto mai. Ricordo che all'inizio ero molto scettico, pensavo di fare uno o due sogni al mese.

Invece scoprii con sorpresa che valeva anche per me una legge mentale: la memoria del sogno è un muscolo che si può allenare. C'è chi sviluppa i bicipiti, io sviluppai quel muscolo. Già dopo una settimana ricordavo ogni mattina il sogno della notte prima.

E scoprii che di sogni ogni notte mica ne facevo uno, ma anzi due tre quattro… Il record lo raggiunsi una notte in cui la mattina dopo ricordai 15 sogni. E scrivevo, scrivevo…. All'inizio me la cavavo in dieci minuti, poi il tempo dedicato all'analisi dei sogni si dilatò in ore e ore e ore.

Ci sono stati giorni in cui scrivevo talmente tanto che appoggiata la penna era quasi ora di ritornare a dormire. Un mesetto così ho fatto, in cui ho scoperto cose interessanti su me stesso. Ma ad un certo punto esasperato mi dissi "Basta!". Pensavo solo ai miei sogni. Non studiavo non amavo non uscivo non vivevo più.

Basta. Lasciai cadere la penna e ripresi a vivere. Avevo trascorso un mese fantastico, ma era ora di tornare indietro.





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