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sabato 19 dicembre 2020

COME MANGIARE IL SALAME

“Buongiorno colleghi, dopo il seminario sul Sillogismo Aristotelico l’emerito professore Von Tartarus ci parlerà di Come Mangiare il Salame. A lei per la dissertazione, professore, e ancora fervidi complimenti per i suoi studi sempre all’avanguardia.”

“Grazie, carissimo. Ci vediamo a Stoccolma. Miei onorevoli amici und colleghi, oggi affronterò il controverso tema riguardante Come Mangiare il Salame con le ultime scoperte provenienti dal nostro laboratorio di Gottinga.”

“Professore, confidiamo in lei. Oggi va di moda lo yogurtino, la barretta dietetica, la mela, ma in molti vogliono tornare alle antiche tradizioni quando li coglie una fame improvvisa.”

“Giusto, ed è per questo che abbiamo stabilito che c’è bisogno di almeno TRE COSE PER COMINCIARE: un salame (ovvio), un coltello d’acciaio ben affilato (potete provare con la forchetta, auguri) e un tagliere di legno.”

“Deve essere proprio di legno? So che in molti per tagliare il salame usano come sottofondo il ripiano di metallo o di ceramica.”

(Von Tartarus sospira) “Non solo. Abbiamo eseguito esperimenti anche con piatti di plastica o addirittura la tovaglia.”

(brusio tra il pubblico)

“Colleghi, per favore, lasciamo parlare il professore. Vada avanti, stimatissimo, ci illumini.”

“Volentieri. Dicevo, i nostri studi comparati hanno rilevato che niente supera ancora oggi l’antico e funzionale tagliere di legno, così pratico e igienico. Alcuni miei collaboratori si sono rifiutati di tagliare il salame se non c’è sotto un ripiano di legno e vanno a comperarselo.”

“Addirittura. E poi?”

“Poi occorre PELARE il salame, togliergli la guaina protettiva. Sembra logico ma qualcuno non lo fa, soprattutto quando la “pelle” è sottile. Ma non essendo di solito commestibile, pelare con perizia il salame prima di affettarlo è un trucco che subito distingue il professionista dal dilettante.”

“Ce ne ricorderemo, professore.”

“Siamo però solo agli inizi, adesso arriva la parte importante. AFFETTARE l’insaccato e qui si vede l’arte. Come regola generale la fetta non deve esser troppo grossa, che sta in piedi da sola, né troppo sottile, che non dà soddisfazione.”

“Regola generale vuol dire che ci sono delle eccezioni?”

“Sì e sono numerose. Conoscerle tutte vuol dire essere un grande esperto. Diciamo che molto dipende dalla stagionatura: più il salame è stagionato e duro più il suo sapore è deciso e dovrà essere tagliato sottile. Salami “molli” di solito sono invece tagliati spessi.”

“Professore, è vero che la lama deve essere leggermente inclinata e non andare giù netta? In modo da ottenere quelle fette ovali così decorative? Inclinata quanto?”

“Non più di 17° gradi. Poi diventa ostentazione. Ci sono spavaldi che inclinano talmente il taglio da ottenere fette lunghe anche dieci centimetri, ma sono esagerazioni riservate a quando volete fare i fenomeni.”

“E’ finita?”

“Ma niente affatto! Arriva la parte migliore, MANGIARE l’affettato. Abbiamo eseguito numerosi tentativi ma l’abbinamento migliore con il salame resta sempre quello: il pane. Esalta, accompagna e arrotonda il sapore. Mangiare il salame senza il pane è riduttivo e forse non molto salutare, stiamo indagando, molto meglio comunque insieme.”

“E da bere?”

“Un buon vino rosso, brillante, corposo. E’ la morte sua! Un panino col salame in una mano, un bicchiere di rosso nell’altra e tra poco saremo pronti per nuove avventure!”

“Ah professor Von Tartarus, che bello, che voglia di antichi sapori ci ha risvegliato! E allora adesso, affamati colleghi, che dirvi… tutti al buffet!”



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