Visualizzazioni totali

giovedì 18 maggio 2023

L'ARTE DI ARRANGIARSI

 “Papà, raccontami ancora di quando sono nato!”

“Ancora? Ma questa avventura te l’avrò raccontata cento volte.”

“Mi piace, è una bella storia, dai racconta.”

“Va bene. Allora tu devi sapere che stavamo tornando a casa dalle vacanze, tua mamma era incinta e aveva un gran pancione. I medici però ci avevano rassicurati, saresti nato solo dopo due settimane. Ma a metà strada a tua mamma son venute le doglie.”

“Cosa sono?”

“Dei dolori che hanno le donne quando sono lì lì per partorire. Bisognava trovare un posto sicuro e alla svelta. Però eravamo in un paesino così piccolino che non c’era nemmeno un albergo, l’ospedale era lontano ed era sera tardi. Per un momento è stato il panico, poi mi son detto che dovevo pensarci io.”

“Allora cos’hai fatto?”

“Ho bussato a tutte le porte che vedevo, dicendo che mia moglie stava male e doveva partorire ma questi niente. Nessuno mi apriva, uno mi minacciò addirittura col fucile. Al massimo mi dicevano dietro la porta che non avevano posto.”

“Ed era vero?”

“Che ne so, Hanno visto che ero disperato, di un altro paese e avran pensato male. Io so solo che imploravo senza sosta. Alla fine una donna forse impietosita si affacciò alla finestra e mi indicò un posto coperto dove passare la notte.”

“Che posto era?”

“Sai che non l’ho mai capito? Forse una stalla, di sicuro non so. Sapevo solo che era al coperto e tanto mi bastava. Portai subito dentro tua madre che si lamentava sempre di più. Oltre alla notte era sceso pure un freddo assassino. In quattro e quattr'otto preparai un giaciglio per la mamma, furono momenti convulsi, ti assicuro.”

“E poi cosa è successo?”

E poi è successo che sei nato tu, bimbo mio, gioia della mia vita. Ma faceva tanto freddo quella notte, per fortuna un bue e un asinello ti hanno riscaldato con il loro fiato!”

Nessun commento:

Posta un commento