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martedì 25 aprile 2023

SCAPPARE DI CASA

Tanti anni fa litigai con i miei genitori e me ne uscii di casa sbattendo la porta. Era già sera, non sapevo dove andare, sapevo solo che non volevo tornare indietro.

Allora mi recai a casa di un amico, il Giampy che all'epoca viveva ancora con i genitori. Ricordo che mi presentai da lui, con quattro parole gli spiegai tutto e lui mi introdusse in casa, dove la famiglia stava vedendo una partita di calcio della Coppa Campioni, Real Madrid - Inter (per la cronaca, l 'Inter le buscò sonoramente, strano come certi dettagli restano).

A fine partita Giampy chiese a suo padre se potevo fermarmi lì per la notte avendo litigato coi genitori. Il padre acconsentì burbero e dormii in salotto, in una specie di poltrona-letto. Il giorno dopo mi preparai per recarmi in Università e lì accadde una cosa incredibile, che non pensavo.

La mamma di Giampy, una donna che aveva tirato su una marea di figli,  prima di uscire venne da me, mi prese la mano e mi disse di stare tranquillo e perdonare, perché anche i genitori sbagliano e non dobbiamo essere troppo severi.

Adesso le parole esatte non me le ricordo ma ricordo benissimo la sensazione provata: ero rimasto ammutolito, nella mia famiglia gesti così erano rari.

Nessuno aveva obbligato quella donna a dirmi quelle parole, era stato proprio un moto di cuore. Una madre aveva visto un giovane triste e in difficoltà e gli aveva rivolto parole buone, di conforto.

La ringraziai e uscii, pensandoci molto. Per esperienza tendevo a soffermarmi più sugli aspetti negativi della vita, dimenticandomi delle belle azioni ricevute, delle parole, dei gesti che esortano. Quanto possono essere importanti, quanto sono belli. 

Oggi, quando vedo un giovane in difficoltà, mi ricordo di lei e allora intervengo. Nessuno l'aveva obbligata, eppure l'ha fatto e dopo tanti anni me lo ricordo ancora



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