UNA STRANA PIAZZA
“Che
strana che è questa piazza Ovidio, l’ultima piazza prima di
entrare in Milano.”
“In
che senso?”
“E’
una piazza di periferia bella grande ma non è rotonda come tutte le
altre piazze d’Italia, è fatta a D. Sembra che ne manchi un pezzo,
la metà esatta.”
“In
effetti a pensarci ha una forma insolita.”
“Consideriamo
un po’ il disegno della piazza: a destra è rotonda normale, al
centro c’è una costruzione bassa che non so cosa sia.”
“L’acquedotto.”
“Ah
ecco, ma poi sulla sinistra la piazza diventa selvaggia, è tutta un
casino. l’Esselunga di Caprotti ha rotto il cerchio. E la
bellissima chiesa costruita dietro è stata la definitiva pietra
tombale sulla simmetria della piazza. Chissà se questa piazza
l’avevano ideata in questo modo sin dall’inizio o era bella tonda
e poi l’hanno trasformata.”
“In
entrambi i casi sai cosa penso? Hanno reso onore al grande poeta
latino a cui han dedicato la piazza, Ovidio!”
“E
perché?”
“Non
è quello che ha scritto Le Metamorfosi? In cui gli esseri umani si
trasformavano in uccelli, alberi, statue, vulcani? In fondo questa
piazza, nata in un modo e trasformata in qualcos’altro, ha reso
onore al suo nome!”
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