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domenica 29 dicembre 2019

QUELLA VOLTA CHE VOMITAI ADDOSSO A GIUA

“Forza Luchino, svegliati che devi andare a scuola.”
“Mamma, sto male…”
“Che cos’hai? La febbre?”
“Male la testa…”
“Aspetta che chiamo il dottor Giua che viene a visitarti….”
“Ahhh…tanta bua...”
“Dottore, venga qui mio figlio sta male!”
“Ahhhh la bua!”
“Eccomi qua, allora cosa c’è?”
“Oh Dottore finalmente è arrivato, mio figlio Luca stamattina aveva un po’ di febbre e non è andato a scuola. E’ rimasto a casa ma la febbre mi sembra aumentata.”
“Adesso lo vediamo questo malatino. Allora Luca sono il Dottor Giua, come va?”
“Ho la bebbe io...male io…”
“Sentiamo la fronte. Su apri la bocca, fa aaa.”
“Ahhhhiahhh…”
“Mi sembra... ci sia un po’ di faringite. Ma devo vedere di più, apri bene la bocca.”
“Dottoe, guardi che mi vien da vomitae…”
“Tranquillo, adesso ti abbasso la lingua col cucchiaio. Fa aaa.”
“Aaaahh...BLEAARGH!”
“Mi ha vomitato addosso, sulla giacca nuova!”
“Scusi dottoe...l'avevo detto...”
“Dottor Giua, che disastro. Anche sugli occhiali. Le paghiamo noi la lavanderia.”
“Niente niente. Comunque suo figlio ha dei bei riflessi. Luca come stai ora?”
“Meglio. Mamma, mi sento vuoto, ho fame...”

Povero Dottor Giua a cui rovinai la giacca. Mi ricordo bene la sua faccia (anche se non ricordo il suo nome). Era un uomo bonario, a volte un po’ svampito. Non era certo un professorone arrogante con sempre il camice addosso . Aveva lo studio in Pecorini 8, scala L all'angolo, era l’unico medico di base del Quartiere.
Adesso il suo studio di medico di base non c’è più -dove andranno i malati?- ma sempre studio medico è rimasto, di radiografie mi sembra.
Strano ma l’ho notato spesso nella mia vita: pur sparendo i nomi e le persone, rimane qualcosa della vecchia funzione anche se trasformata, come se l‘essenza avesse impregnato il posto.

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