UN
DOLCISSIMO RICORDO
Ho
un dolcissimo ricordo legato a zia Rosa. Quando penso a lei, che da bambino fu
così importante per me, è una delle prime immagini che mi vengono in mente e
che mi scalda il cuore. Più vado avanti con gli anni più queste, che non
sembravano, sono le cose fondamentali.
Eppure
più che un ricordo è un frammento, una immagine che ho percepito a 10 anni, 11 o
giù di lì, quando pensavo di avere idee più importanti per la testa. La vita
premeva ed ero in piena crescita.
Mentre
un pomeriggio stavo per uscire a giocare a pallone, passai per caso davanti
alla stanza dove zia Rosa stava stirando. Con la coda dell’occhio vidi anche
mia sorella seduta davanti a lei. Stavano parlando tranquillamente, mia sorella
chiedeva e mia zia rispondeva in modo bonario, come spesso fanno le zie. Non ho
capito bene di cosa parlassero e manco mi interessava, dovevo uscire.
L’immagine
durò un attimo però mi rimase dentro. Capivo confusamente che avevo colto un
momento speciale. Chissà cosa si stavano dicendo. Certo qualcosa di segreto, di
intimo che non dovevo disturbare (questo già lo capivo). Forse mia sorella le
stava raccontando di un suo innamoramento e chiedeva consiglio alla zia o magari
l’argomento era un altro. Il mistero del mondo femminile per me è iniziato quel
giorno.
Rimane
un dolce ricordo, l’immagine di due donne che parlano piano, la giovinezza che
chiede un parere alla maturità.
C’è
quella canzone di Umberto Tozzi che dice “fammi abbracciare una donna che stira
cantando” e io ripenso a zia Rosa, a quello che provavo per lei, e mi vien
voglia di abbracciare.
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