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mercoledì 17 maggio 2017

LA DIFFERENZA FONDAMENTALE

Quando anni fa vennero fuori i primi computer, nelle varie facoltà universitarie che studiavano Psicologia si scatenò una vera e propria gara per vedere come utilizzare questi nuovi aggeggi. Sembrava una svolta, l’essere umano era diventato un “elaboratore di informazioni” con tutte le sue implicazioni e si aprivano nuovi orizzonti e frontiere per spiegazioni e cure.

Poi a poco a poco questa “moda” è passata e oggi si farebbe fatica a trovare qualcuno che definisca la mente umana un meraviglioso computer. E la spiegazione è (relativamente) semplice: paragonare le connessioni della mente umana ad un computer è molto molto riduttivo, si perde qualcosa di fondamentale.

Ma cosa? Molto ma il più importante si è visto che è il CONTESTO. Il computer non tiene conto del contesto che lo circonda, l’essere umano invece sì. E “definire” il contesto con esattezza è difficilissimo, è un qualcosa di estremamente variabile e fluido,  comprende non solo fattori ambientali ma anche storici, educativi, personali etc.  

Un semplice ma intuitivo esempio per capirci: se si chiede ad un computer quanto fa “2 + 2” il computer risponde subito “4”, sempre e comunque, pure per formule complicatissime. “Onestà” e velocità che rendono il computer una macchina affascinante ma anche ahimè molto limitata. Provate a fare ad un essere umano la stessa domanda, dieci persone daranno dieci risposte diverse. “Perché mi fai questa domanda?”, “4!”, “che hai in mente?”, “5…”, “non ho tempo per queste sciocchezze” etc etc. Sempre che rispondano.

A prima vista sembra che il computer stravinca (e spesso accade così) ma poi non è difficile notare come più le questioni si fanno delicate più l’intervento umano, per quanto fallibile e mutevole, è richiesto.

Porto un ulteriore esempio che conosco bene: in Tribunale, a volte scherzando, si dice spesso che non si vede l’ora che Giudici e Avvocati siano sostituiti da macchine imparziali. I processi diventerebbero rapidissimi e le sentenze infallibili. Si dice, però non si fa mai. Perché la Legge attuale non è Giustizia. Si avvicina, è un nobile tentativo ma non è ancora Giustizia. La Legge deve essere temperata dall’Umanità per diventare Giustizia, altrimenti diventerebbe odiosamente implacabile (come una cartella di Equitalia, dai ridete ho fatto la battuta). E nel concetto di Umanità rientra il famoso Contesto, non si scappa. Legge + Umanità = Giustizia, e se questo è vero, caro pc che ti sto guardando, vai bene sino ad un certo punto.


Per esempio, mentre scrivevo questa nota tenevo come sottofondo Karma Police dei Radiohead. Che meravigliosa colonna sonora, che bellezza, quanti ricordi evoca. Forse non sono solo semplici informazioni acustiche.

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