LA DIFFERENZA FONDAMENTALE
Quando anni fa vennero fuori i primi computer, nelle varie facoltà
universitarie che studiavano Psicologia si scatenò una vera e propria gara per vedere
come utilizzare questi nuovi aggeggi. Sembrava una svolta, l’essere umano era
diventato un “elaboratore di informazioni” con tutte le sue implicazioni e si
aprivano nuovi orizzonti e frontiere per spiegazioni e cure.
Poi a poco a poco questa “moda” è passata e oggi si farebbe
fatica a trovare qualcuno che definisca la mente umana un meraviglioso
computer. E la spiegazione è (relativamente) semplice: paragonare le
connessioni della mente umana ad un computer è molto molto riduttivo, si perde
qualcosa di fondamentale.
Ma cosa? Molto ma il più importante si è visto che è il
CONTESTO. Il computer non tiene conto del contesto che lo circonda, l’essere
umano invece sì. E “definire” il contesto con esattezza è difficilissimo, è un
qualcosa di estremamente variabile e fluido, comprende non solo fattori ambientali ma anche
storici, educativi, personali etc.
Un semplice ma intuitivo esempio per capirci: se si chiede
ad un computer quanto fa “2 + 2” il computer risponde subito “4”, sempre e
comunque, pure per formule complicatissime. “Onestà” e velocità che rendono il
computer una macchina affascinante ma anche ahimè molto limitata. Provate a
fare ad un essere umano la stessa domanda, dieci persone daranno dieci risposte
diverse. “Perché mi fai questa domanda?”, “4!”, “che hai in mente?”, “5…”, “non
ho tempo per queste sciocchezze” etc etc. Sempre che rispondano.
A prima vista sembra che il computer stravinca (e spesso
accade così) ma poi non è difficile notare come più le questioni si fanno
delicate più l’intervento umano, per quanto fallibile e mutevole, è richiesto.
Porto un ulteriore esempio che conosco bene: in Tribunale, a
volte scherzando, si dice spesso che non si vede l’ora che Giudici e Avvocati
siano sostituiti da macchine imparziali. I processi diventerebbero rapidissimi
e le sentenze infallibili. Si dice, però non si fa mai. Perché la Legge attuale
non è Giustizia. Si avvicina, è un nobile tentativo ma non è ancora Giustizia.
La Legge deve essere temperata dall’Umanità per diventare Giustizia, altrimenti
diventerebbe odiosamente implacabile (come una cartella di Equitalia, dai
ridete ho fatto la battuta). E nel concetto di Umanità rientra il famoso
Contesto, non si scappa. Legge + Umanità = Giustizia, e se questo è vero, caro
pc che ti sto guardando, vai bene sino ad un certo punto.
Per esempio, mentre scrivevo questa nota tenevo come
sottofondo Karma Police dei Radiohead. Che meravigliosa colonna sonora, che
bellezza, quanti ricordi evoca. Forse non sono solo semplici informazioni acustiche.
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