ISAAC
ASIMOV
Asimov
(1920-1992) era talmente intelligente che nessun test riuscì mai a stabilire
“quanto” lo fosse, li finiva tutti prima del tempo. E già con questo potrebbe
risultare antipatico a tanti, ma a differenza di molti intelligentissimi e strambi,
come l’ex scacchista Bobby Fisher, Kant o Newton, il Buon Dottore era anche una
persona piacevole da incontrare, bonaria e a parere di tutti molto spiritosa.
Grande scrittore di fantascienza e prolifico divulgatore (difatti Piero Angela
si è ispirato chiaramente a lui), riusciva a spiegare concetti astrusi con una
semplicità disarmante.
Insomma,
era il mio Dio. Ho provato un senso vero di perdita quando è morto, per me era
un faro nella notte. Quando ascoltate una citazione di Asimov drizzate le antenne,
sono parole sempre illuminanti e non banali.
Per
esempio riguardo alla Eugenetica, la possibilità di migliorare la razza umana
attraverso selezioni o addirittura manipolazioni genetiche. Tema antico e delicatissimo,
in ogni discussione prima o poi saltano sempre fuori il nazismo, l’aborto, il
razzismo, le malattie, la disabilità etc e si finisce per bisticciare. E che
due palle, tutti permalosi. Se volete litigare con qualcuno parlate di
eugenetica, è un argomento che ho scoperto tira fuori il peggio nelle persone,
sembra impossibile parlarne con pacatezza.
Orbene,
ho scoperto che Asimov era paradossalmente favorevole, molto favorevole, agli
esperimenti di eugenetica negli esseri umani. Anche se risultavano lunghi e
dispendiosi bisognava farli, perché solo davanti al loro sicuro fallimento si
sarebbe veramente capito che l’eugenetica per gli esseri umani non funziona,
non può funzionare. I risultati saranno mediocri e non degni della vagonata di
soldi, tempo, energie spesi. “Finché non ci provano non ci crederanno”.
E
Asimov a questo punto avrebbe lanciato la sua proposta per impiegare le risorse
in maniera certo più intelligente: invece di costruire da zero impiegando anni
un super-ingegnere, un super-soldato, una super-chissà cosa, perché non fare un
“raccolto” di quei giovani di talento che già esistono in questo mondo? Perché
non passare al setaccio tutte le università del pianeta per scovare le menti
migliori? Essendo figlio di “bottegai ebrei” Asimov aveva lottato per emergere e
sapeva bene di cosa stava parlando.
Un
“raccolto” ben fatto sarebbe stato rapido, intelligente ed economico, e avrebbe
superato di gran lunga tutti le teorie e gli esperimenti di eugenetica nel
mondo.
E
io…leggendo queste parole del Good Doctor non potevo fare a meno di riflettere e
pensare a mio figlio, che studia in una università lontana, alle difficoltà che
sta passando e vorrei tanto ci fosse questo “raccolto” anche per lui.
Nessun commento:
Posta un commento