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giovedì 25 maggio 2017

ISAAC ASIMOV

Asimov (1920-1992) era talmente intelligente che nessun test riuscì mai a stabilire “quanto” lo fosse, li finiva tutti prima del tempo. E già con questo potrebbe risultare antipatico a tanti, ma a differenza di molti intelligentissimi e strambi, come l’ex scacchista Bobby Fisher, Kant o Newton, il Buon Dottore era anche una persona piacevole da incontrare, bonaria e a parere di tutti molto spiritosa. Grande scrittore di fantascienza e prolifico divulgatore (difatti Piero Angela si è ispirato chiaramente a lui), riusciva a spiegare concetti astrusi con una semplicità disarmante.

Insomma, era il mio Dio. Ho provato un senso vero di perdita quando è morto, per me era un faro nella notte. Quando ascoltate una citazione di Asimov drizzate le antenne, sono parole sempre illuminanti e non banali.

Per esempio riguardo alla Eugenetica, la possibilità di migliorare la razza umana attraverso selezioni o addirittura manipolazioni genetiche. Tema antico e delicatissimo, in ogni discussione prima o poi saltano sempre fuori il nazismo, l’aborto, il razzismo, le malattie, la disabilità etc e si finisce per bisticciare. E che due palle, tutti permalosi. Se volete litigare con qualcuno parlate di eugenetica, è un argomento che ho scoperto tira fuori il peggio nelle persone, sembra impossibile parlarne con pacatezza.

Orbene, ho scoperto che Asimov era paradossalmente favorevole, molto favorevole, agli esperimenti di eugenetica negli esseri umani. Anche se risultavano lunghi e dispendiosi bisognava farli, perché solo davanti al loro sicuro fallimento si sarebbe veramente capito che l’eugenetica per gli esseri umani non funziona, non può funzionare. I risultati saranno mediocri e non degni della vagonata di soldi, tempo, energie spesi. “Finché non ci provano non ci crederanno”.

E Asimov a questo punto avrebbe lanciato la sua proposta per impiegare le risorse in maniera certo più intelligente: invece di costruire da zero impiegando anni un super-ingegnere, un super-soldato, una super-chissà cosa, perché non fare un “raccolto” di quei giovani di talento che già esistono in questo mondo? Perché non passare al setaccio tutte le università del pianeta per scovare le menti migliori? Essendo figlio di “bottegai ebrei” Asimov aveva lottato per emergere e sapeva bene di cosa stava parlando.
Un “raccolto” ben fatto sarebbe stato rapido, intelligente ed economico, e avrebbe superato di gran lunga tutti le teorie e gli esperimenti di eugenetica nel mondo.

E io…leggendo queste parole del Good Doctor non potevo fare a meno di riflettere e pensare a mio figlio, che studia in una università lontana, alle difficoltà che sta passando e vorrei tanto ci fosse questo “raccolto” anche per lui.





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