UNA IMMAGINE EVOCATA DALLA MUSICA
A 16 anni immaginavo di eseguire questo sublime Notturno di Chopin con una ragazza sdraiata sotto il piano, nuda e con i capelli lunghi, che sventolava a occhi chiusi il suo ventaglio mentre ascoltava beata.
Studiando all’epoca pianoforte ho provato veramente a suonarlo, ma come molti brani del polacco è ingannatore: sembra semplice ma richiede grande perizia. La fantasia però è rimasta.
E se la ragazza estasiata dalla musica si avvicinava per fare altro io, in preda al demone dell’arte, mi sfioravo la fronte e rispondevo ispirato: “Aspetta, mia cara, devo prima finire di suonare Chopin”.
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