Visualizzazioni totali

venerdì 17 giugno 2022

COSA MI VIENE IN MENTE SE DICO "GERMANIA"

Gli antichi romani lo avevano notato da tempo: le regioni oltre i confini del nord avevano un serio problema di sovrappopolazione. Le tribù sembravano germinare spontaneamente dal terreno fertile e premevano per entrare nel confine di Roma, la civiltà che sgomina il buio insensato del mondo. Ma le tribù erano troppe e volevano entrare tutte.
Ai legionari non importava quante ne sconfiggevano o con quante stabilivano trattati di pace, ogni anno si presentava alle mura un popolo nuovo, nuove facce, nuovi vestiti, nuova lingua. E la stessa voglia di fare la guerra, di entrare nell’Impero anche con la forza. Incredibile che fossero così tanti e combattivi e meno male che ogni tanto si eliminavano a vicenda.

Ecco perché i soldati chiamavano “germania” quella landa sconosciuta, lì dentro la gente “germinava” spontaneamente come l’erba: era un unico grande bosco che si poteva percorrere a cavallo, senza uscire mai dalla foresta. Andava dalla Russia bianca alla Scandinavia, dalla Romania alla Germania propriamente detta e poi ancora oltre. Un mare di alberi immensi, neve e animali.
Non c’erano grandi risorse a parte legna e selvaggina, per lo più cinghiali e cervi. Se c’era da credere alle favole, si incontrava pure qualche unicorno. Agli occhi dei latini era poco appetibile, non c’era tanto da scomodarsi. Inospitale e vasta.

Da settembre a marzo in certe zone nevicava ogni giorno, pochissimi vi erano entrati e ancor meno ritornati. Quello che accadeva lì dentro era un mistero.


Nessun commento:

Posta un commento