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giovedì 3 marzo 2022

 LA COPIA IMPOSSIBILE

Al Museo Ermitage di San Pietroburgo (ex Leningrado) si trova uno stupendo quadro di Leonardo, la Madonna Litta. Qualche anno fa l’ho ammirato a Milano in una mostra itinerante del museo russo. Ero curioso perché una fama sinistra accompagna da sempre questo dipinto.
All’apparenza non presenta nulla di particolarmente strano: è molto bello, un ritratto dolce, con la giovane Maria vestita di azzurro che allatta, sostiene e guarda amorevolmente il proprio figlio, non ancora una divinità. Il profilo è molto sereno, i colori tenui, il paesaggio alle spalle della sacra coppia, aldilà degli archi quattrocenteschi, gentile e ondulato, molto toscano.
Cos’ha allora di singolare? Se ne accorsero quelli che vollero riprodurre il quadro, per esercizio o per commissione. Ebbene, tutti i pittori, anche quelli molto bravi, dopo ore di tentativi dovevano rinunciare. Riprodurre la prospettiva dello sguardo e il volto della Madonna seguendo le regole classiche era per loro impossibile, non ce la facevano. Venivano fuori sgorbi o occhi strabici, corpi stortati in posizioni innaturali. C’era qualcosa di irriproducibile in quello sguardo. Seguiva regole di prospettiva sconosciute o dimenticate.
Visto che non si poteva certo ricalcare il volto della Madonna bisognava per forza copiarlo da lontano. Ma a copiarlo così risultava impossibile, nessuno ci riusciva; ci si doveva accontentare di riproduzioni parziali e fredde, prive del calore originario.
Sino a quando non apparvero le prime macchine fotografiche, che ottusamente riproducevano il dipinto su lastra (la tecnica banalizzante), non esistevano copie attendibili della composizione, che acquistò nei secoli scorsi una fama “divina”.
Certe volte copiare è impossibile, tocca essere originali.


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