LA COPIA IMPOSSIBILE
Al Museo Ermitage di San Pietroburgo (ex Leningrado) si trova uno stupendo quadro di Leonardo, la Madonna Litta. Qualche anno fa l’ho ammirato a Milano in una mostra itinerante del museo russo. Ero curioso perché una fama sinistra accompagna da sempre questo dipinto.
All’apparenza non presenta nulla di particolarmente strano: è molto bello, un ritratto dolce, con la giovane Maria vestita di azzurro che allatta, sostiene e guarda amorevolmente il proprio figlio, non ancora una divinità. Il profilo è molto sereno, i colori tenui, il paesaggio alle spalle della sacra coppia, aldilà degli archi quattrocenteschi, gentile e ondulato, molto toscano.
Cos’ha allora di singolare? Se ne accorsero quelli che vollero riprodurre il quadro, per esercizio o per commissione. Ebbene, tutti i pittori, anche quelli molto bravi, dopo ore di tentativi dovevano rinunciare. Riprodurre la prospettiva dello sguardo e il volto della Madonna seguendo le regole classiche era per loro impossibile, non ce la facevano. Venivano fuori sgorbi o occhi strabici, corpi stortati in posizioni innaturali. C’era qualcosa di irriproducibile in quello sguardo. Seguiva regole di prospettiva sconosciute o dimenticate.
Visto che non si poteva certo ricalcare il volto della Madonna bisognava per forza copiarlo da lontano. Ma a copiarlo così risultava impossibile, nessuno ci riusciva; ci si doveva accontentare di riproduzioni parziali e fredde, prive del calore originario.
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