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sabato 5 febbraio 2022

 UN CAPODANNO A NAPOLI

Da ragazzo, alcuni amici partenopei invitarono "il milanese" (il vostro affezionatissimo) a trascorrere il Capodanno a Napoli. Ci andai di corsa, era una vita che sentivo parlare dei botti di Fuorigrotta e delle feste di quella notte. Un Capodanno a Napoli, e chi se lo perde? Che esperienza deve essere!
Quella sera organizzarono in mio onore un sontuoso cenone con friarielli, salsicce, melanzane fritte, pastiere e babà -il meglio insomma- a casa di uno di loro, chiudendo bene le finestre. Si sarebbe festeggiato tra le mura domestiche. Ma…. Senza uscire? Sì, senza uscire. Io ero, potete immaginare, MOLTO perplesso. Alfonso se ne accorse.
“Uè Luca bello, e che è ‘sta faccia da grugnuso? Assaggia le pastarelle, sono 'nu sfizio"
Decisi di dire la verità, erano amici. "Sono deluso. Ero venuto qui apposta a Napoli per il capodanno. Io mi credevo chissà cosa e invece non mi portate da nessuna parte e passiamo la serata in casa!"
"Lucariè, stasera non si esce."
"Manco al balcone mi fate affacciare! Stiamo tappati qui a sentire i botti."
"Ah, tu credi che sono botti?"
Venne fuori che quelli che io credevo fuochi d'artificio erano invece colpi di pistola che i bravi concittadini sparavano per aria e che l'incauto spettatore alla finestra rischiava di beccarsi. Succedeva purtroppo tutti gli anni. La curiosità ha ucciso non solo il gatto, anche il turista avventato.
In effetti il rumore era assordante. Pur essendo chiusi in casa a giocare al Mercante in Fiera non si riusciva quasi a parlare per il frastuono che veniva da fuori. Sembrava che per strada tutti facessero a gara a chi produceva più rumore possibile.
"Sembra -disse una ragazza- di essere dentro uno di quei filmati di Baghdad sotto le bombe."
Ma perché i napoletani fanno così? Avevo trascorso il Capodanno in altre città italiane ma questo furore, questo casino non lo avevo visto e sentito da nessuna parte. Mah, che siano pazzi? Repressi? Esagerati? Ma no…
Fu un vecchio napoletano a spiegare l'arcano al dubbioso Lucariè. In pratica (lo dico con parole mie per quello che ricordo) quello che a me sembrava un esagerato festeggiamento era invece un rito scaramantico a cui partecipava TUTTA la città. Una sorta di RITO PAGANO in cui si esortava il Vesuvio, il vulcano che domina minaccioso e benevolo, a non scoppiare. Erano invece tutti i napoletani che dovevano fare il suo lavoro, il gigante non si svegliasse.
"Nuie facimmo burdello, ma tu in cambio… statte bono per un altro anno!"


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