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giovedì 17 febbraio 2022

 GIORGIO GABER

Vivendo a Milano entrambi, capitava anche di incontrarlo per strada. Era alto, col nasone e tanti capelli, sempre elegante e sorridente. Un bel tipo insomma.

La prima volta che vidi un suo spettacolo era vediamo ….il 1976 (mink! una vita fa). Lo spettacolo si intitolava "Libertà Obbligatoria", frase cara al rivoluzionario Robespierre. Per una felicissima combinazione, il ragazzo Luca era in prima fila, nel posto migliore di tutti. Per essere la prima volta, sono stato fortunato e sincero ed entusiasta come può esserlo un quindicenne. Lo ricordo ancora adesso.

Per due ore Giorgio Gaber ha tenuto la scena tutto da solo, era il "teatro - canzone", in cui alternava monologhi e canzoni. Anche se non capii tutto mi divertii moltissimo, non ricordo attimi di noia (e solo un GRANDE artista, posso dirlo ora senza timore di essere smentito, ci riesce). Diventai un suo fan.

Di quella sera ricordo bene un fatto. Alla fine dello spettacolo alcuni facinorosi iniziarono a contestare e fischiare, chissà cosa volevano (erano tempi strani). Lui era tornato in scena con la chitarra per dei bis. Guardò i contestatori e rispose con calma "Lo spettacolo come ho detto è finito. Nel senso che chi non si diverte se ne può andare". Li zittì tutti. Che classe.

Lo rividi in una infuocata serata qualche anno dopo al Palalido di Milano, c'erano anche Guccini, Finardi, Battiato eccetera. Insomma, una rassegna un filo di sinistra. Il Palalido quella sera era come la tana del lupo, un luogo non facile. Ma lui cantò quello che secondo me è il suo capolavoro, "Io se fossi Dio" e venne sommerso dagli applausi.

Ecco perché oggi un poco mi dispiace che di Gaber prevalga e venga ricordato soprattutto il lato più leggero e sciocchino (Lo Shampoo, Goganga, Barbera e Champagne…). Il Signor G. è molto, molto di più.



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