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sabato 19 febbraio 2022

COME COSTRUIRE UN AEREO DI CARTA

Senza immagini sarà un po’ difficile, ma voi compensate con la fantasia. Allora, io da piccolino facevo così il mio Tarta-Jet senza colla o forbici, solo carta.

Prendevo un foglio di quaderno. L'A4 era troppo grande e sottilino. Poi lo piegavo a metà per il lungo stando attento (deve essere esattamente a metà, sennò l’aereoplanino sbilanciato non volerà diritto) e a metà per il corto. A questo punto avevo un foglio che se aperto sembrava diviso in 4 quadranti.

Bene, la preparazione è finita, ora si passa alla costruzione: prendevo l’estremità di un angolo e la portavo al centro del foglio, prendevo l’estremità dell’altro angolo idem al centro. Piegavo con cura, formando così una piccola piramide con sotto una base. Il vertice era la punta del TartaJet. Ora piegavo in due per il lungo e inumidivo con la saliva la punta, doveva essere più pesantina del resto per dare stabilità.

E solo a questo punto arriva la vera arte, bisognava pensare alle ali, il vero segreto degli aereoplanini di carta (ho scoperto da grande con stupore che riguardava anche quelli veri). La soluzione più semplice, lanciare nel vuoto l’aereo così, era infatti la più fallimentare perché cadeva subito.

Bisognava PIEGARE le ali di carta perché resistessero al vento (quella che se ho ben capito viene detta “portanza”), ma se le piegavi troppo non prendevano aria e se troppo poco gli scivolava addosso.

Per inciso è il motivo per cui la carta sottilina A4 non andava bene, non resisteva. La linea giusta, dopo varie prove ed errori di piegamento, era verso i 2/3. Ora il mio Jumbo volava bene! Che soddisfazione. Lanciavo le mie creature dal balcone di casa che con lunghi giri precipitavano gloriosi al suolo. E’ tempo di costruirne un altro.

Un compagno delle medie, si chiamava Bonato me lo ricordo ancora (Bona, se ci sei batti un colpo per favore), però una volta ci rivelò un segreto fuori dall'ordinario, tramandato sottovoce da generazioni di espertissimi: gli….rullo di tamburo… gli alettoni!

Gli alettoni sono dei piccoli tagli e pezzetti piegati di carta che sporgono dalle ali nonché dal fondo dell’aereo. Sembrano insignificanti rispetto alla “carlinga” dell’aereo (se volete potete paragonarli alle dita, piccole ma indispensabili). La prima volta che li vidi rimasi quasi scandalizzato, mi sembravano motivi estetici senza senso. “Perché rovini le ali?”, chiesi a Bonato. “Fidati”, disse lui.

Così approntato, Bonato scagliò l’aereoplanino DA TERRA verso l’alto e se beccava una corrente ascensionale riusciva a librarsi nel cielo sopra gli alberi. Girava felice, diventava quasi un punto bianco. “Vola! Vola!”. Il Luchino intanto faceva ooohhh e che io sappia è ancora così, a bocca e occhi aperti.



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