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lunedì 28 febbraio 2022

CONOSCI UN PAESE CHE HA UNA FORMA SIMPATICA? 

Incredibile, io conosco un paese a forma di scarpa! Lo so bene io, io! Ha una forma talmente simpatica che la riconoscono anche i bambini della prima elementare.

E non è finita: si dice infatti che lì si creino scarpe comode e famose in tutto il mondo. Deve essere proprio destino 😁. Questo paese fa le scarpe a tutti!



PERCHE' E' SCOPPIATA LA GUERRA?

Siamo in fascia protetta adesso, per cui posso pubblicare la sintesi delle accese discussioni politiche di questi giorni, in cui si vedono poche donne nei notiziari.

(Spoiler: immagini forti che possono urtare la vostra sensibilità)



domenica 27 febbraio 2022

 COME FINIRA' LA GUERRA TRA RUSSIA E UCRAINA?

Sono le 22.40 di domenica 27 febbraio.
Ho l'impressione che Putin stia perdendo. Il Presidente Zelensky non è scappato, Kiev non ha ceduto, gli ucraini resistono più del previsto, il mondo è ostile… Il suo progetto di mettere alla svelta un governo-fantoccio si allontana sempre di più.
Se entro 48 ore Putin non ce la fa (difficile però), temo qualche cazzata nucleare da parte sua. Non è più tempo per soluzioni militari ma resta purtroppo la disperata opzione nucleare o qualcosa di brutto.



 QUISSETTO

Chi la capisce vince il Tartarino d'Oro della settimana! :)



 QUALI SONO LE LINGUE PIU' UTILI DA SAPERE IN CAMPO LAVORATIVO?

"Sapere le lingue" ti rende indipendente.

Philip Krowther, un giornalista che ne parla fluentemente sei e commenta così senza intermediari la pesante situazione ucraina, non avrà certo difficoltà a trovarsi domani un nuovo lavoro.

Parlare bene una lingua straniera, penso ai giovani, significa essere molto molto più forti e liberi. Questo si capisce ascoltandolo.

El periodista Philip Crowther domina seis idiomas y se ha vuelto viral en las redes sociales tras cubrir el conflicto de Rusia y Ucrania para diferentes cade...

sabato 26 febbraio 2022

AVERE UN GEMELLO 

Il migliore episodio di Star Trek della prima leggendaria stagione secondo me è The Enemy Within, cioè Il nemico all'interno, tradotto il italiano con Il Duplicato. Opinione personale la mia, non li ho certo visti tutti, però indelebile.

Brevemente la trama: il Capitano Kirk, per un guasto al famoso teletrasporto (che quando lo inventeranno sarà sempre troppo tardi), si scinde in due copie identiche. Solo che una è malvagia, cattiva e prepotente, l'altra positiva, disponibile, buona anzi "buonista" come diremmo oggi.

L'idea non è certo nuova, si ritrova già nel racconto “Dr Jeckill e Mr Hide” dell'inglese Stevenson, solo che lo sceneggiatore americano Matheson (sì, proprio lui, lo scrittore di fantascienza di Io sono leggenda e Duel) introduce un elemento nuovo.

Chi dei dei due è il vero Capitano Kirk? Le nostre simpatie vanno subito al “buono”, tanto che saremmo contenti di eliminare il “cattivo”... solo che presto vediamo che qualcosa non va. Il “buono” infatti è indeciso, sente le opinioni di tutti e non vorrebbe mai fare del male a nessuno, esita troppo. Ci vuole la “cattiveria” dell’altro per agire, prendere una strada, buttarsi anche rischiando di far male.

Alla fine capiamo che per essere una persona completa ci vogliono entrambi. Ma i due Kirk vengono alle mani e finirebbe male. Per fortuna interviene il mitico Spock che con il “tocco vulcaniano” sul collo li addormenta entrambi, così li rimettono sul teletrasporto e li riuniscono.

E quando si fondono e si sveglia l’unico esemplare... lo capiamo dagli occhi. Il vero Capitano Kirk è tornato. Bontà e cattiveria, da questo miscuglio nasce l’essere umano. Sigla. Non mi sento più in colpa se sono "cattivo", fa parte di me.

Anche in Psicologia è così: studiando infatti i gemelli emerge un paradosso. Fisicamente possono essere (e sono) identici, ma ci si accorge che uno è lo specchio dell’altro. Per esempio se uno è destro l’altro sarà mancino, se uno è malinconico l’altro diventa allegro, se una è santa l’altra è più promiscua, se uno ingrassa l’altro dimagrisce, una è studiosa l’altra indolente etc. Incredibile.

E’ il famoso Paradosso dei Gemelli:, la scoperta che i gemelli non sono identici, bensì speculari. Proprio come nell’episodio di Star Trek (che ovviamente esagerava, ma neanche di tanto). NON IDENTICI MA SPECULARI.

Un modo se volete quello dei gemelli per risultare diversi pur rimanendo uguali. Affermare la propria autonomia, il diritto ad esistere come individuo indipendente, non più noi ma io. Si capisce studiando i gemelli quanto la individualità, sentirsi unici, sia importante.

(A chi volesse approfondire consiglio “Il Paradosso dei Gemelli” dello psicoanalista francese Renè Zazzo. Un ispirato saggio del 1987 che vale tanto oro quanto pesa.)



venerdì 25 febbraio 2022

 DOPO QUANTI APPUNTAMENTI SI DOVREBBE FARE SESSO?

Non ci sono regole precise ma secondo il Manuale delle Giovani Marmotte (sempre sia lodato) a pagina 117 c'è scritto: "prima della terza volta è presto, dopo la quinta è tardi". Vedi tu. A volte scatta il raptus subito, a volte ci mette un po' e bisogna conoscersi meglio.


LA TERZA GUERRA MONDIALE

Sei disposto a morire per Kiev? No.

Lo sai vero che gli ucraini stanno chiedendo a gran voce di non lasciarli soli? Mi dispiace per loro, ma non rischio la mia vita e quella dei miei figli per loro, neanche per sogno.

Non è un po’ da vigliacchi tutto questo? Sicuramente, che Dio ci perdoni. Ho il sospetto che stavolta non lo farà.

Possiamo sempre mandare delle sanzioni a Putin, sei d’accordo? Il russo ha fatto bene i suoi conti, fornendo il 40, del gas tiene l’Europa per le palle. Le sanzioni fanno ridere, sa che gli basterebbe stringere solo un poco il pugno. In ogni caso la “colpa” non è solo sua, le ragioni del conflitto partono da lontano ma non voglio iniziare discorsi più grandi di me.

Allora questo resterà un conflitto locale? Dato che non vogliamo combattere per l’Ucraina, penso proprio di sì. Siamo salvi. E mi sembra che in Italia in fondo si pensi così.

Non possiamo fare proprio niente? Voltare la testa e dispiacerci tanto. Non è sufficiente? Manderemo qualche aiuto per alleviare il senso di colpa.

Ma perché siamo arrivati a questo, dov’è finita la nostra solidarietà? Dov’era prima semmai, questa guerra mi ha fatto capire quanto siamo ipocriti. Sento che si sta commettendo una pesante ingiustizia ma non sto facendo nulla. E non è bello.



giovedì 24 febbraio 2022

COSA FARE SE DEI NEONATI STRILLANO IN AEREO, MALGRADO GLI SFORZI DEI GENITORI PER TRANQUILLIZZARLI?

Come Ivana Trump faccio una scenataccia isterica e obbligo il comandante a fare dietro front con l'aereo e ritornare in aeroporto.

Altrimenti c'è la seconda opzione: visto che non dipende da me, chiedo alla hostess tappi per le orecchie e mascherina. Dopo di che mi addormento sino allo scalo, quando assonnato alzo la mascherina e chiedo con voce impastata "dove siamo?".

Mi chiedo cosa sceglierei. Mah.



mercoledì 23 febbraio 2022

 LA PANTERA

Il poeta tedesco Rilke, quando andava allo zoo, sempre si sedeva davanti alla gabbia della pantera nera, che andava avanti e indietro senza posa

Del va e vieni delle sbarre è stanco
l’occhio, tanto che nulla più trattiene.
Vede soltanto mille sbarre ovunque
e nessun mondo dietro le mille sbarre.

Molle ritmo di passi che flessuosi e forti
girano in minima circonferenza,
è una danza di forze intorno a un centro
dove dorme una grande volontà.

Dalle sue pupille a volte si alza un velo 
Mi sembra che una immagine entri
e percorra la calma delle sue gambe
ma nel cuore subito si smorza.



 

I TEMPI CAMBIANO

Una volta a Milano, in Corso di Porta Venezia, nel parco centralissimo oggi dedicato a Indro Montanelli, c'era lo zoo.

Non enorme ma c'erano tutti gli animali che piacciono ai bambini: elefanti, scimmie, orsi. La domenica pomeriggio un giro allo zoo passeggiando con il gelato era frequente. Ricordo che ero incantato dalle giraffe, mi sembravano animali incredibili.

Poi qualcosa è mutato: la sensibilità verso il mondo animale è (giustamente) aumentata, i costi son lievitati e gli abitanti vicini si lamentavano per la puzza. Risultato: lo zoo venne chiuso, gli animali venduti a circhi e privati e molto spazio venne recuperato.

Oggi del vecchio zoo di Milano resta qualche gabbia e qualche ricordo nei bambini ormai diventati grandi. Nessuno pensa a farlo ritornare, per carità. I tempi son cambiati.

(dall'alto, ciò che oggi si vede delle gabbie di tigri, foche e scimmie)



lunedì 21 febbraio 2022

CHE DIFFERENZA C'E' TRA ANTISEMITA E ANTISIONISTA?

Quando anni fa mi recai in visita a Gerusalemme, una sera venni invitato ad una conferenza su “Le Tibù Perdute di Israele”, tema misterioso e biblico. Interessato ci andai, ma ebbi varie sorprese.

La conferenza intanto non era tenuta da uno qualsiasi, bensì da Michael Freund, importante rabbino di origine americana che lavorava con Netanyahu, primo ministro di Israele (noto "falco" che non disdegnava l'opzione militare). Freund era una delle sue “menti”, non uno qualsiasi. Senza barba e con aspetto giovanile ma si capiva che Freund era una persona importante.

In teoria poi l’argomento di discussione era biblico, le Tribù Perdute di Israele sparse nel mondo, ma mi accorsi subito che la conferenza virava sulla attualità politica. il rabbino infatti iniziò subito ringraziando perché eravamo venuti nonostante i venti di guerra, precisando che Israele non la aveva voluta ma che si era comunque difesa, perché Israele ha il diritto di esistere e di proteggere i suoi figli, che lui ha un figlio nelle Forze Armate Israeliane e quindi conosceva quante precauzioni usavano per non colpire civili ma che spesso Hamas usava scudi umani per le sue postazioni militari, che i missili avversari avevano sempre colpito israeliani innocenti, che loro si limitavano a difendersi senza rispondere alle provocazioni etc etc.

Siete sconcertati perché da anni in Italia la stampa filo-palestinese ripete il contrario? Anche io, vediamo come va a finire. Comunque questo si rivela un comizio e Freund è infervorato, ci invita a non fare in noi distinzioni tra semita, sionista, israeliano, ebreo: se sei contro uno sei contro tutti! (ah, ecco come la pensano veramente). Non una parola sulle ragioni avversarie, sembrava stessero combattendo contro alieni miscredenti.

Stavo vivendo propaganda infuocata. Orbene, non so come la pensi tu, lettore (sono consapevole di appoggiare la mano sopra un groviglio di vipere), ma io davanti a discorsi di parte mi ritiro in me stesso. Sono fatto così, vorrei oh quanto vorrei essere solo imparziale e moderato. Del resto loro sono in guerra, Luca, che ti aspettavi,

Freund è veramente convinto nel dire "Dio è con noi, o sei totalmente con noi o sei contro di noi.

Mi sembrava di essere ripiombato di colpo negli anni ’70 in Italia quando c’era il terrorismo e nelle assemblee al liceo si sentivano in continuazione frasi che esaltavano la “lotta dura senza paura” e la rivolta, si discuteva allo sfinimento della “strategia della tensione”, dei “servizi deviati”, delle Brigate Rosse, della “rivoluzione armata”… chi non l’ha vissuta non può capire.

Solo che ai tempi ero un adolescente spaesato, oggi sono un maturo signore che ascolta in silenzio, non fa domande polemiche e alla fine ringrazia l’oratore, che comunque si è impegnato al massimo ed era sincero. Torno in albergo pensando a quanto ho sentito.

COSA NON HO MAI CAPITO


I pranzi di lavoro. Per me sono da abolire. Non li ho mai capiti né apprezzati. Non capisco veramente perché si debba parlare di lavoro mentre si mangia. Ogni volta che ho partecipato a qualche pranzo di lavoro ne ricavavo sensazioni di insoddisfazione.
Mi sembra uno stress esagerato. Quando si mangia si mangia, ci si concentra e si assapora il cibo. E' uno dei piaceri della vita, perché me lo volete avvelenare?

Dopo parleremo, ci accapiglieremo, discuteremo, litigheremo…dopo, ma adesso no, voglio dedicare tutta la mia attenzione a questo sacro piatto di pasta.
Non rompete le balle. Lo dice anche la Bibbia (Ecclesiaste, 1–9): "c’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per edificare e un tempo per demolire, un tempo per amare e un tempo per odiare... un tempo per lavorare e un tempo per mangiare"


 IL SEGRETO DELLA LONGEVITA' ARTISTICA

Compay Segundo a 93 anni entrava in scena incedendo a passo di danza, imbracciando la mitica chitarrina. Incredibile. Poi restava in piedi per oltre un'ora cantare i suoi successi cubani: Chan Chan, Guajira, Saludos Compay, Guantanamera.

Roba da rimanere a bocca aperta, quanta vitalità. E pensare che, dimenticato da tutti, aveva passato molti anni a lavorare in una fabbrica di sigari, fino a quando il regista Wim Wenders lo riscoprì insieme a tanti altri con Buena Vista Social Club (se non lo conoscete acquisire il cd, il fior da fiore della musica cubana). Poi, alla sua venerandissima età, aveva deciso per una tournee da solo e quella sera a Milano stupiva tutti.

Naturalmente nelle interviste gli avevano chiesto il segreto della sua longevità artistica: se aveva voglia di scherzare attribuiva il merito ai sigari. Sin dall'età di 5 anni infatti li arrotolava per sua nonna e non aveva più smesso ("fumo da 87 anni"). Se invece era più serio dava il merito all'arte, l'arte apre il cuore e gli orizzonti, va bene per ogni età e allunga la vita.

Anche Picasso lo diceva: "l'artista quando crea lascia il corpo fuori dalla porta, ecco perché di solito viviamo così tanto".

Nel finale del concerto di Compay una sensualissima e mulatta ballerina cubana, strizzata in un abito bianco mooolto aderente, gli si avvicinava e lo seduceva con mosse da gatta. Tutti nel pubblico si erano messi a gridare "No! Attenta! Basta che gli fai male!". Ma Compay con gioia simulò un rapporto sessuale con la chitarrina, ridendo e agitandosi come un forsennato. 93 anni.

Il teatro venne giù dagli applausi.



domenica 20 febbraio 2022

LA MALATTIA CAMBIA L'AMORE

Claudia e Fiorino formavano una coppia con un collante solidissimo: il sesso. Da anni facevano l'amore due tre quattro volte al giorno, tutti i santi giorni. Ogni occasione era buona: sul prato, per strada, una volta addirittura in Chiesa. 

Anni di matrimonio e una figlia non li avevano raffreddati, capita una volta su mille un affiatamento simile ma capita. Fare sesso selvaggio dopo tanti anni è raro, due persone si ritrovano con questa affinità, beati loro.

E sarebbero andati avanti per tutta la vita così se a Claudia un giorno nero non avessero scoperto un tumore grave. Tutto cambiò. Le cure furono lunghe e pesanti: Claudia venne sottoposta a chemio e cure ormonali che la sballarono dentro. Guarì, ma a che prezzo: l'avevano come congelata dentro.

Gli equilibri nella coppia saltarono. I rapporti intimi si azzerarono, quello che prima era divertimento adesso era dolore e basta. Nei litigi sempre più frequenti tra i due venne fuori una verità incredibile: Fiorino confessò che il suo orientamento sessuale era cambiato, ora voleva vivere e dormire con un uomo! Prima si concedeva solo qualche scappatella, ora si era trovato un vero fidanzato e voleva dormire con lui.

Claudia non fu da meno e in poco tempo si trovò un uomo. Solo che questo era ancora più malato e conciato di lei. Non ce l'ha mai detto, ma con costui l'intimità doveva essere relativa, non certo focosa come quella di prima. Comunque lei era contenta e innamorata così.

Era tutto cambiato e presto la coppia si separò. Ci furono dei problemi relativi alla figlia, che appena maggiorenne volò in Sudamerica e da anni telefona raramente, ma adesso uno vive di qua e l'altra di là..

Quando penso a Claudia e Fiorino mi viene in mente un pensiero curioso: la malattia ha cambiato la loro vita, si sono separati eppure da un certo punto di vista la loro coppia ha resistito. Non si sono mai traditi. Si sono adattati certo, apparentemente è tutto diverso ma il loro legame profondo resiste e secondo me si amano ancora ma guai a dirlo :) . Non sarei stupito se di nascosto si vedessero ancora.

(Storia vera anche se ovviamente ho cambiato qualcosa)



 UNA SEGRETA STORIA D'AMORE

Ho sentito una storia insolita proprio ieri sera, a modo suo una storia d'amore molto commovente durata 17 anni e tenuta segreta sino a pochi anni fa.

Dovete sapere che nel mio quartiere di Milano, ai suoi bordi c'è come in tanti altri un cimitero. Non sarà certo grande come il cimitero Monumentale o quello Maggiore ma il cimitero di Bruzzano si difende benino, dai, E' molto ben tenuto e frequentato. So che al suo interno ospita una colonia felina, negli anni i custodi hanno costruito anche le casette per i gattini.

Il giorno di chiusura è il lunedì ed ecco il "mistero": per 17 anni (dal 1960 al 1977) ogni primo lunedì del mese un macchinone nero con le tendine grigie si faceva aprire i cancelli per una visita in incognito da parte di una misteriosa signora. Luigi detto "Ginetto", storico custode del cimitero, assicurava che tutto si svolgesse in assoluta segretezza e nella massima discrezione.

La sua riservatezza aveva radici solide: per assicurarsi che Ginetto tenesse la bocca chiusa la signora gli passava per l'unico giorno di lavoro al mese ben 500.000£, che negli anni '60 erano soldi. Tanto più che il suo stipendio era di sole 180.000£ al mese.

Il tutto durò senza interruzioni dal 1960 al 1977, quando la signora morì. Ma Ginetto continuò a tenere la bocca chiusa per altri 40 anni e il segreto venne mantenuto.

Fu solo nel 2007, in punto di morte, che Ginetto rivelò il segreto: la donna era nientemeno che Maria Callas, la divina, la celeberrima soprano ("sarebbe un oltraggio definirla una grande cantante. Lei era l'arte", dice Carmelo Bene) che andava a trovare il suo unico figlio Omero sepolto a Bruzzano, nato morto nel 1960 dalla turbolenta relazione con Aristotele Onassis.

Un dolore profondo, un bambino che doveva per pudore stare nascosto agli occhi del mondo, fuori dai rotocalchi e dal gossip. Diciassette anni di lacrime, senza poterne parlare con nessuno. Splendida voce, cuore di madre.

Per 17 anni Maria Callas visitò in segreto il figlio morto - ilGiornale.it



sabato 19 febbraio 2022

COSA MI HA FERITO IERI SERA

UNO: finalmente, dopo tanta clausura, stasera esco con dei colleghi-amici per andare in un buon ristorante lombardo di Milano. Con somma sorpresa lo trovo affollatissimo, la gente sta riprendendosi la voglia di vivere dopo la pandemia. Siamo vicini ad una tavolata rumorosa di giovani che sta festeggiando dei compleanni. Bene bene, festa sia. Per la cronaca il vostro affezionatissimo si è scofanato polenta alla boscaiola con funghi innaffiando il tutto con un buon barbera, finendo con la magica crema catalana. Ahhhhhh, ci devo tornare qui.

DUE: la compagnia è bella, i discorsi avvincenti, il cibo buono ma ahimè anche questa serata come tutte le fiabe finisce. Si paga e si va a casa. Ma usciti dalla Trattoria notiamo una scena spiacevole e la fiaba si trasforma in un horror. Un ragazzo con la barba sta gridando “LO AMMAZZO! IO LO AMMAZZO!”. E’ trattenuto a stento da altrI due ragazzi, una ragazza davanti a lui lo implora “Non rovinare il mio compleanno!”, ma il ragazzo forse in preda ai fumi dell’alcol è incontenibile e non sente ragioni. “NON SI DEVE PERMETTERE! ADESSO VADO DENTRO E LO AMMAZZO!”. Sta per succedere qualcosa di non bello, qualcuno rischia di rovinarsi la vita.

TRE: bisogna fare qualcosa. Uno dei miei amici prende il cellulare e avvisa il 112 perché mandino presto una pattuglia. Il barbuto infatti non si calma e continua a gridare sempre più forte: “Lo ammazzo!”, la tensione è alle stelle. Nel suo lavoro il mio amico è un uomo serio e importante per cui pensavo che al 112 l’avrebbero ascoltato subito. E invece lo rimbalzano al Commissariato di Zona… che a sua volta dopo una lunga attesa con musichette trasferisce la sua chiamata ad altro Dipartimento. Un teatro dell’assurdo.

QUATTRO: alla fin della fiera ci sono voluti 15’ di attesa per parlare e descrivere la situazione. E chissà se veramente poi hanno mandato qualcuno. Il ragazzo continuava a proferire minacce di morte, adesso erano in 4 a tenerlo e la ragazza strillava. Mi sono chiesto: ma questa non è un’emergenza? Una questione di vita o di morte in cui anche i secondi contano? E se ci scappa il morto? Immagino la disperazione di chi è angosciato/a, telefona e sente che è occupato o la musichetta.

CINQUE. Sono rimasto molto deluso dal mancato intervento tempestivo delle FdO, pensavo di essere più tutelato. E sto parlando di Milano, non un paesello sperduto nelle montagne. So che c’è un commissariato a poche centinaia di metri. Non è la prima volta che sento di questi casi, ma un conto è sentirlo, l'altro viverlo. Mi dispiace dirlo e so che verrò preso in giro, ma qualcosa non va nella Polizia italiana.

(Oggi ho controllato la cronaca: per adesso niente)



COME COSTRUIRE UN AEREO DI CARTA

Senza immagini sarà un po’ difficile, ma voi compensate con la fantasia. Allora, io da piccolino facevo così il mio Tarta-Jet senza colla o forbici, solo carta.

Prendevo un foglio di quaderno. L'A4 era troppo grande e sottilino. Poi lo piegavo a metà per il lungo stando attento (deve essere esattamente a metà, sennò l’aereoplanino sbilanciato non volerà diritto) e a metà per il corto. A questo punto avevo un foglio che se aperto sembrava diviso in 4 quadranti.

Bene, la preparazione è finita, ora si passa alla costruzione: prendevo l’estremità di un angolo e la portavo al centro del foglio, prendevo l’estremità dell’altro angolo idem al centro. Piegavo con cura, formando così una piccola piramide con sotto una base. Il vertice era la punta del TartaJet. Ora piegavo in due per il lungo e inumidivo con la saliva la punta, doveva essere più pesantina del resto per dare stabilità.

E solo a questo punto arriva la vera arte, bisognava pensare alle ali, il vero segreto degli aereoplanini di carta (ho scoperto da grande con stupore che riguardava anche quelli veri). La soluzione più semplice, lanciare nel vuoto l’aereo così, era infatti la più fallimentare perché cadeva subito.

Bisognava PIEGARE le ali di carta perché resistessero al vento (quella che se ho ben capito viene detta “portanza”), ma se le piegavi troppo non prendevano aria e se troppo poco gli scivolava addosso.

Per inciso è il motivo per cui la carta sottilina A4 non andava bene, non resisteva. La linea giusta, dopo varie prove ed errori di piegamento, era verso i 2/3. Ora il mio Jumbo volava bene! Che soddisfazione. Lanciavo le mie creature dal balcone di casa che con lunghi giri precipitavano gloriosi al suolo. E’ tempo di costruirne un altro.

Un compagno delle medie, si chiamava Bonato me lo ricordo ancora (Bona, se ci sei batti un colpo per favore), però una volta ci rivelò un segreto fuori dall'ordinario, tramandato sottovoce da generazioni di espertissimi: gli….rullo di tamburo… gli alettoni!

Gli alettoni sono dei piccoli tagli e pezzetti piegati di carta che sporgono dalle ali nonché dal fondo dell’aereo. Sembrano insignificanti rispetto alla “carlinga” dell’aereo (se volete potete paragonarli alle dita, piccole ma indispensabili). La prima volta che li vidi rimasi quasi scandalizzato, mi sembravano motivi estetici senza senso. “Perché rovini le ali?”, chiesi a Bonato. “Fidati”, disse lui.

Così approntato, Bonato scagliò l’aereoplanino DA TERRA verso l’alto e se beccava una corrente ascensionale riusciva a librarsi nel cielo sopra gli alberi. Girava felice, diventava quasi un punto bianco. “Vola! Vola!”. Il Luchino intanto faceva ooohhh e che io sappia è ancora così, a bocca e occhi aperti.