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venerdì 31 dicembre 2021

 I TUOI PIANI PER CAPODANNO?

Quali piani? Tutti quelli che conosco passeranno il capodanno in casa, ma no problem, era già previsto da tempo. Pochi bagordi, una roba intima. Stasera ci sarà un giro di videochiamate da paura, ci faremo gli
auguri
così.
Cosa vuoi che ti dica, sarà l'età attempatella, sarà il virus, saranno divieti e difficoltà varie, sarà che non ho più voglia di fingere di divertirmi ma noto in generale un capodanno molto dimesso rispetto a faraoniche produzioni del passato. Ho il grave sospetto che, se non fosse perché è capodanno, molti andrebbero a letto già alle 22.
A me sta bene ma mi dispiace per i giovani, in fondo queste feste sono per loro. E' la scusa finalmente per fare un po' di casino e sfogarsi. Rischiamo di tirare su una generazione triste. Sarò indulgente con feste, musica alta e assembramenti proibiti.


giovedì 30 dicembre 2021

 Questa notte è morta Nelly, la moglie di Luis, il mio domestico peruviano che era morto di infarto a settembre.

Non sono rimasti lontani a lungo.
(una foto di questa estate)


mercoledì 29 dicembre 2021

                                                     CALABRESE

                                                (musica: Farmer John)


Calabrese!

Mi piace tua figlia

gli occhi neri

è una meraviglia


Mi piace il modo in cui

cammina sulla sabbia

sento il mio cuore che

sta uscendo dalla gabbia


Calabrese!

Sono innamorato

di tua figlia

è una meraviglia


Mi piace il modo in cui

cammina sulla sabbia

sento il mio cuore che

sta uscendo dalla gabbia


Calabrese, calabrese...



COSA APPREZZO DI PIU' NEL PENSIERO DI KANT

Sono lontani ricordi di Liceo ormai, ma ricordo che all'epoca apprezzai molto la distinzione tra Noumeno (ciò che è pensato, l'ambito inconoscibile della fede) e Fenomeno (ciò che appare, che può invece essere studiato).

In un colpo solo Kant aveva spazzato via mille sottigliezze medioevali e teologiche. Fu come aprire una finestra, finalmente un po' di aria fresca.

Ora si capiva bene infatti come Scienza e Fede fossero due cose diverse e non sovrapponibili: certe pesantezze e commistioni tra i due ambiti non avevano più senso. La Fede stia di qua e la Ragione di là. Sembra quasi una banalità ma è importantissima.

Il fatto che oggi infatti una considerazione del genere appaia in fondo ovvia fa capire quanto abbia avuto un meritato successo il pensiero di Kant. Purtroppo non ha fatto una bella fine, devastato dall'Alzheimer, ma la sua opera è ancora viva e lotta con noi.

Edit: volevo aggiungere una nota polemica sui no-vax, a cui secondo me non farebbe male rileggersi Kant ma poi ci ho rinunciato, avrebbe mandato in vacca un discorso che invece è serissimo.



lunedì 27 dicembre 2021

 COME HO PASSATO QUESTO NATALE 2021

Questo Natale è stato per me diverso da tutti gli altri.
La mattina di Natale mi sono svegliato infatti zuppo di sudore e con una leggera febbre (37.1). Non avevo altri sintomi, a parte sentirmi la testa frastornata, come quando uno è alticcio.
Oh cavoli, non mi sarò mica preso il Covid? Nooo, non è possibile! Sto sempre chiuso in casa, vedo pochissima gente, sono trivaccinato e antiinfluenzato, ecche sfiga!
Resto a letto per precauzione e la morosa prepara il brodino. Un pranzone di Natale, eh? Mi riaddormento e mi a-risveglio sudatissimo, la mia maglietta è così zuppa da pulirci il pavimento. Sempre la febbriciattola. Cavoli ho veramente qualcosa. Paura.


Il sudore odora di curry e cumino, come il cibo pakistano di ieri sera. Seppellitemi nel cumino. Forse una piccola indigestione? O è quel bastardo del Corona (non la bitta)?
Per tagliare la testa al toro scatta l'operazione tampone fai-da-te, ma le Farmacie di Milano che lo vendono rispondono sgarbate che li hanno finiti. O non rispondono proprio. Non si trovano. Non è molto bella questa cosa pensavo ci fosse una maggiore organizzazione.
Nel frattempo i sintomi sono spariti (sono durati proprio il giorno di Natale, che cari) ma la paura no. E finalmente oggi (27) riesco a procurarmi un tampone faidate con istruzioni in cinese e tedesco. Per fortuna ci sono i video tutorial su Youtube.
E il risultato è….NEGATIVO. Anche per questa volta l'ho scampata. Però….però da questa esperienza ho imparato che
1.meglio tenersi sempre in casa qualche tampone fai da te, non si sa mai, non è facile averlo
2.mi spiace, sarà anche buono ma basta cibo pakistano. Io non lo reggo
3.con questo cazzo di virus sono talmente immerso in uno stato di paura che ormai vivo male ogni inconveniente. Urge serenità, questo chiedo al nuovo anno.


domenica 26 dicembre 2021

PERCHE' LO PSICOLOGO E' TENUTO A SUA VOLTA AD ANDARE DALLO PSICOLOGO

Molto semplice, perché lo psicologo come un qualsiasi altro professionista oltre alla teoria (gli studi, la laurea, le letture etc) per diventare completo ha bisogno della pratica. In questo campo la "pratica", il tirocinio, è anche andare a sua volta come paziente da un anziano più esperto. Solo unendo teoria e pratica diventerai un professionista completo.

Ricordo ancora quando il mio terapeuta mi diede l'abilitazione, il via libera all'esercizio della professione. Fu un momento emozionante, così colmo di fiducia profonda che non lo dimenticherò mai.

Grazie Mario.



 CHIEDERE AIUTO

 “Oddio, ma è orribile.”

“La colpa è stata mia. Quando sono venuto ad abitare qui da single avevo ben poca roba, ma poi chi mi regala questo, chi mi regala quello, abiti che non so da dove arrivano, vestiti che non metto più ma che non ho il coraggio di eliminare….”

“E sfido, tu sei un uomo. Gli uomini non buttano via mai niente.”

“Io invece non capisco le donne, spendono milioni in vestiti e poi se ne sbarazzano senza pietà. Ma come fate? Comunque in questo armadio ormai non entra più nulla, è un buco nero pieno zeppo e ho bisogno di un aiuto. Dammi una mano a mettere un po’ in ordine, guarda però che è un casino.”

“Tranquillo, lascia fare a me. A occhio vedo che c’è un sacco di roba vecchia, questa per esempio? Ma tu andavi in giro vestito così?”

“Peccati di gioventù.”

“Via. E questi pantaloni alla zuava a mezza gamba?”

“Ehmm boh. Non ricordo.”

“Via via. E questa? Iggy Pop Italy Tour 1977?"

"Grande concerto."

"Via, va. Tutta lisa con i buchi.”

Ma sono ricordi!

“Superati, facciamo spazio. Comunque è incredibile, te ne vai vestito come uno straccione con le solite cose ma vedo che di roba bella ne hai.”

“Ho conservato sempre la mia dignità.”

“Seeee come quando sei andato in giro con i pantaloni del pigiama. Ti ho visto, sai.”

“Non lo sapevo ma erano belli comodi.”

“Via...questo via...questo lo diamo ai poveri.. questo mi vergogno anche di darlo ai poveri e va nel secchio...questo lo butto perché è orribile...non fare quella faccia…questo lo prendo io…..questo non ti sta più... aaaaaaaaargh!”

“Che c’è?”

“Questo maglione te lo avevo regalato io! Ha ancora il cartellino! Non l’hai mai messo!”

“Manco pensavo di averlo.”

“Era in fondo all’armadio!”

“Ehmm grazie, adesso lo so. Comunque bel regalo di Natale il tuo! Hai fatto ordine

"Incredibile eh?"

"Ma come hai fatto? Era un casino!"



sabato 25 dicembre 2021

venerdì 24 dicembre 2021

 "CHI RIDE E' FUORI" ASIAN VERSION

Se le feste e la loro artificiosa allegria vi danno fastidio 😈 avrei una località da suggerire.
"Vietato ridere, bere e festeggiare i compleanni per 11 giorni. I divieti mirano a “non intaccare l’atmosfera di lutto collettivo” in Corea del Nord in occasione dei 10 anni dalla morte di Kim Jong-il, ex leader e padre dell’attuale dittatore Kim Jong-Un. I divieti hanno validità dal 17 dicembre sino al 28.
Nel periodo del lutto i cittadini non potranno dedicarsi ad attività di svago e qualsiasi tipo di festa. Il trattamento per i trasgressori è quello di "criminali ideologici", essere portati via dalle forze dell'ordine per non essere mai più rivisti."
Il capodanno è salvo!


giovedì 23 dicembre 2021

 CHI HA INIZIATO TRA NOI DUE?

(scena dell’atto unico: panchina immersa in un giardino. Entra una donna con gli occhiali neri e una mela in mano. Si siede sulla panchina e guarda la mela, la rimira, la osserva pensierosa. Alla fine esclama)

D: Massì, dai, cosa può succedermi? Solo un morsettino (dà un morsettino alla mela) buona è buona ma niente di... (Improvvisamente è come sorpresa, si toglie gli occhiali neri e guarda il pubblico stupita) Dove sono finita? E’ tutto nuovo qui dentro! Incredibile, come se vedessi per la prima volta… Tutti i miei sensi sono migliorati, ma cos… (l’occhio le cade sulla mela) Ma allora è vero! E io che non ci volevo credere, questa mela è speciale! Aspetta, aspetta che glielo dico! Anche lui la deve provare. Amore! Amore!

(entra un uomo in scena)

U: eccomi tesoro, che c’è? Cosa mai può accadere in questo giardino, è tutto così perfetto. Devo dire che abbiamo fatto un’ottima scelta a venire qui.

D: (porgendogli la mela) guarda cosa ho, trovato amore. Devi assaggiarla, è straordinaria ti garantisco. Talmente speciale che dopo tutto il mondo ti sembrerà nuovo.

U: (prendendo la mela) oh grazie, avevo un certo appetito. Sentiamo un po’… (sta per addentare la mela quando si ferma). Ma… ma questa è… (guarda la donna). Mi sembra una de…

D: sì, è lei.

U: (adirato ma controllatoNon possiamo, lo sai. E se ti hanno vista? E se fosse avvelenata?

D: Io l’ho assaggiata, amore, e ti assicuro che è buonissima, croccante e saporita.

U: vabbeh, io certo non la mangio. Anzi, neanche la tocco guarda. Riprenditela.

D: (affranta) Ma… mi lasci sola? Io ho subito pensato a te, amore (lo accarezza). Non lasciarmi sola.

U: (brontolando) ma non è possibile. Cosa mi fai fare… lo sai che non possiamo. (guardandola negli occhiNo, non è solo questo. Tu vuoi sapere se sei la cosa che amo di più al mondo. Dai, dammi la mela (la prende). Un morsetto piccolo però eh?

D: grazie amore. Hai capito.

U: (addenta la mela e la mastica bene) però, buona! (La guarda) Tesoro, lo sai che oggi sei vestita benissimo?

D: (si salza dalla panchina e fa una giravolta) Ti piace?

U: sì, molto. (si guarda intorno) E’ buffo, ma l’erba mi sembra più verde. Come quando ero bambino. (guarda in alto) Che belle nuvole.

D: (lei appoggia la testa sulla sua spalla) Ti amo tanto.

U: sì, non si può essere puniti per una cosa così bella. (abbracciati, si alzano e girano per il palco, toccando ogni cosa) Che è questo? Bisogna dargli un nome. Lo chiamerò… (in quel momento una lettera scende lenta dal cielo e finisce ai loro piediChe cos’è questa colombina di carta? (la apre e la legge, intanto si risiede sulla panchina)

D: (si siede accanto a lui) cosa c‘è scritto?

U: E’ del padrone di casa. Brutte notizie, dice che dobbiamo andarcene. Abbiamo trasgredito le regole e non ci vuole più. Ci sono anche immagini del posto dove andremo (fa una faccia eloquente), è molto meno bello di questo.

D: (accarezzandolo) mi spiace. E se dicessi che ti ho ingannato? Che è colpa mia?

U: la lettera è indirizzata ad entrambi. Sa benissimo come sono andate le cose, che non mi hai ingannato. Non ha importanza chi ha iniziato. Ci tocca uscire alla svelta. Andiamo a preparare i bagagli, abbiamo poco tempo.

D: (rammaricata) oddio, non pensavo…

U: (alzandosi e guardandola) Non ti preoccupare. Ho capito una cosa oggi: che ti amo sopra ogni cosa, anche del padrone di casa. Amo te più di tutto. Sarà un peccato. Non mi dispiace andarmene se sono con te. (la prende per mano).

D: abbiamo perso i nostri privilegi.

U: ma ne è valsa la pena. Tra questo paradiso e noi, abbiamo scelto. Andiamo via.

D: sì, usciamo da questo posto.



mercoledì 22 dicembre 2021

QUALE FU L'IMPERO PIU' VASTO DELLA STORIA?

Quando andate a visitare Ulan Bator, capitale della Mongolia, la prima cosa che vi mostrano è la piazza Shukbataar (o come kz si scrive), la piazza del Parlamento mongolo. Una piazza enorme, grande almeno due campi di calcio. Il tutto dà un senso di imponenza, ti senti sperduto e piccino, come si fa a riempire una piazza così?

La sola facciata del Parlamento Mongolo sarà lunga 100 metri ed è dominata da una gigantesca statua di Gengis Khan, il loro eroe nazionale. La statua più massiccia che abbia mai visto.

Nami, la nostra guida, ci racconta con passione tutta la storia di Gengis Khan. E' una ragazza sui 30 anni (non si riesce mai a definire con precisione l'età delle orientali, sembrano tutte ragazzine), seguace anzi believer dello Sciamanesimo, la antica religione che c'era prima del Buddhismo.

Il finale però è umoristico: Nami è così infervorata e orgogliosa che fa un passo falso Afferma infatti che Gengis Khan ha costruito il più grande impero della storia!

Sbagliato. Purtroppo infatti per lei uno dei ragazzi che mi accompagnano è l'inglesissimo Ben che la stoppa e puntualizza flemmatico: solo su terra, il più grande DI TUTTI è stato l'impero inglese, il Commonwealth.

Very british, Ben.




 LA PRIMA VOLTA CHE HO USATO UNA SAR

Ormai è diventata una inseparabile compagna di vita e oggi (Natale 2021) non posso onestamente più farne a meno. Ma a volte mi son chiesto: quando l’ho usata per la prima volta? Che sensazioni ho provato? E chi si ricorda. Poi oggi mi capita sotto gli occhi questo mio scritto del 2007.

Ricordo ero in visita turistica a Napoli e già usavo il bastone. Anche se la sm durante la giornata era stata buona e cheta, ormai purtroppo la conoscevo. Non ero mai inciampato ma mi fermavo troppo spesso per riposare.
Solo prima di visitare Palazzo Reale, con i suoi lunghissimi corridoi e le stanze enormi, ho avuto un attimo di esitazione. Fatalità, lo sguardo è caduto sulla sedia a rotelle per i visitatori. La fidanzata mi ha guardato.
“Che ne dici se ti siedi sopra? Ti spingo io.”
“Ma forse ce la faccio, dai. Non preoccuparti.”
“E invece mi preoccupo di meno se la prendi. Cammini un po’ male.”
In effetti dopo aver attraversato la grande piazza del Plebiscito e visitato una chiesa, ero già stanchino. Napoli è vasta. Aveva ragione lei, ero stanco; sarebbe successo come altre volte, mi fermavo presto e lei andava avanti da sola. Poi tornava e mi riferiva. Ma avrei perso la mia occasione.
“Va bene, dai, per stavolta va così.”
“Oh, finalmente. Così non devo sempre stare a controllarti.”
Mi son seduto e ho tirato subito un sospiro di sollievo. Come era comoda. “Solo questa volta, andiamo.”
Così, spinto da quella santa donna, ho girato per tutto l’edificio. Odio ammetterlo, ma è stato molto comodo. Ho visto tutto e mi sono pure riposato.
Intravedere il proprio destino in un palazzo reale allevia il dolore, così pensavo.


LA POESIA CHE PIU' AMO

Questa che mio figlio ha improvvisato a tre anni, custodita in fondo al mio cuore. E' la prima volta che ne parlo in pubblico, trattatela delicatamente:

“E’ inverno. Le montagne sono bianche

Ma a casa mia i tovaglioli sono di tutti i colori”



martedì 21 dicembre 2021

 COSA DI NUOVO HAI IMPARATO OGGI?

No, non ci credo. Non è possibile, i Baluba esistono veramente!
Dovete sapere che "balùba" a Milano è un insulto usatissimo. Se ti danno del baluba vuol dire che stai facendo la figura dello scemo, dello stupidotto. Quante volte me l'han detto da ragazzino. Esiste pure un gruppo milanese che si chiama I Baluba.ù



E' un termine scanzonato, quasi affettuoso. Non c'è da offendersi se ti chiamano così. Chissà perché a Milano si dice, chi è stato il primo a usare tale nomea.
Ma oggi girando sul web non vado mica a scopre che la tribù dei Baluba esiste veramente? Alle falde del Kilimanjaro ci sta un popolo di negri che è la tribù dei famosi Baluba…. noooooo
E io che pensavo di parlare politicamente corretto! Queste son cose che segnano. Adesso mi tocca cambiare aggettivo…


IL TELO DI PLASTICHINA SUL DIVANO

Mia zia Marta, che Dio l'abbia in gloria, aveva una abitudine strana: metteva teli di plastichina trasparente sui divani del salotto buono e impediva a noi bambini di entrarci. Proibitissimo. Lei viveva, mangiava e ci riceveva in una stanza ben separata.

Ricordo che da bambino mi chiedevo il perché di questo strano comportamento. Forse nel salotto c'era qualcosa di prezioso? Boh. Lo chiesi a mio padre e lui, imbarazzato perché non voleva offendere zia Marta, disse: "Ricorda Luca, le case sono fatte per essere usate."
Un giorno che zia Marta si era assentata entrai silenzioso in questo salotto, stando attento a non toccare nulla. Era tutto lindo e pulitissimo, ma freddo come le statuine in argento sulle credenze. Non notai nulla di particolare, se non che sembrava tutto nuovo.

Mi è capitato poi di notarla anche in altre case (non tante ma ne ho viste), la plastichina sui divani. Ah, allora non era solo una usanza della zia Marta. Anche se a lei volevo bene arrivai alla conclusione che ci sono donne (mai visto uomini fare così) talmente ossessionate dalla "bella figura" che sono disposte a sacrificarsi pur di sembrare nuove e perfettine.

Certo ci sono casi in cui l'apparenza conta come la sostanza, specialmente in ambito borghese. Va bene, sono d'accordo, un minimo di attenzione alla forma è opportuno. Ma qui si esagera. Le cose sono fatte per essere usate senza rimorsi.

Insomma Luca, occhio alla zia Marta che vive dentro di te! Usa le cose e non sacrificare le persone.


lunedì 20 dicembre 2021

 E FARE L'AMORE IN CAMPORELLA?

Francamente non mi è mai piaciuto, non vedevo l'ora di un letto vero. Oltre alla scomodità, c'era sempre il rischio che arrivasse qualcuno. In Italia ormai c'è gente dappertutto (oddio, bisogna dire che c'è gente a cui questo attizza).

Se davvero vuoi l'isolamento nella natura, bisogna fare i kilometri ma la spontaneità e la follia improvvisa (che un po' il bello della camporella) un po' si perde. Meglio un letto insomma, o la macchina. Ma a questo punto si può andare dappertutto, anche sul balcone in una notte estiva 😎.Avevo un amico che all'insaputa dei genitori affittava il solaio e bisognava mettersi in coda.

Comunque una roba da giovani, anzi da adolescenti. E inoltre quando muovevo goffamente i primi passi nel "campo" (ahahah) circolava il fantasma rompicoglioni del mostro di Firenze, per cui ogni rumore sospetto era l'apocalisse. Pacciani, tu non sai quante ne hai rovinate! E lasciate tranquilli i giovani!



 QUAL E' STATO IL PRIMO REGALO CHE HAI FATTO?

Ormai è passato tanto tempo ma il ricordo del primo regalo fatto in vita mia è per sempre. Io avevo 9 anni e mia sorellina 7, e decidemmo di dare a nostro padre un regalo per la "festa del papà". Eravamo gasatissimi, che io ricordi era la prima volta che facevamo un regalo a qualcuno e bisognava organizzarsi ben bene.
Primo passo, le risorse: andare da lui a chiedergli se ci dava i soldi per comprare il suo regalo. Lo so che fa sorridere ma i regali costano soldini e noi eravamo a secco. Mio padre ci dette incuriosito del denaro e la caccia al dono iniziò.
Secondo passo, acquisizione: i soldi non erano tantissimi ma non ci perdemmo d'animo. io e mia sorella il giorno dopo girammo tutto il mercato alla ricerca di qualcosa di bello. E lo trovammo: una gabbia per uccellini aperta e vuota, segno che erano volati via liberi. Ci sembrò simbolicamente simbolica e la prendemmo felici.
Terzo passo, la consegna: quando arrivò la festa del papà la incartammo con un bel fiocco e la consegnammo felici e speranzosi. Mio padre aprì, la squadrò, lesse un bigliettino all'interno, scoppiò a ridere e ci abbracciò. Che bello fare i regali! Infatti da allora è una delle cose che mi piace di più nella vita.
Per molto tempo anzi quella gabbietta fu ben visibile su un ripiano alto della libreria in sala. Quando avevo però 15 anni, un giorno che ci passavo davanti per caso, lessi per la prima volta il bigliettino che c'era dentro: "il mio uccello è sempre fuori e non si stanca mai di volare!". Oh cavoli, ma allora…


domenica 19 dicembre 2021

CHE EFFETTO FA LA COCAINA?

Completamente nudo e solo con le scarpe, strafatto di cocaina, Giuseppe uscì di casa una sera per un giro nel quartiere. Gironzolava allucinato, ignudo e senza meta, senza neanche rendersi conto di dove andava. I rari passanti, quando lo incrociavano, vedendolo così si spaventavano e facevano un giro largo.

Sarà stato per caso o per destino, ma Giuseppe incrociò due vigili. Si avvicinò tranquillo e chiese loro dov’era la pizzeria più vicina.

I due vigili attoniti chiamarono subito la polizia e nell’attesa uno di loro si tolse la giacca e coprì Giuseppe, che farfugliando ringraziò. Si sarà capito che dentro Giuseppe non era cattivo, quella sera era solo fattissimo. Inutile prendersela con uno quando è così.

Quando arrivò la polizia lo portarono subito in Questura per la classica notte in guardina. Lo trattarono insomma, visto che era così docile, come un ubriaco. Giuseppe non si ricordava nulla di quella notte, solo gli sembrava di vedere vaghe forme emergere dal nulla, come nella nebbia.

Quando il giorno dopo si risvegliò gli chiesero le generalità dato che ehm non aveva tasche per i documenti e indossati vestiti alla buona lo buttarono fuori dalla Questura (“pensavo mi avrebbero riaccompagnato a casa”).

Per molte settimane ogni notte la polizia veniva a controllarlo e qualche volta ad interrogarlo, volevano sapere i nomi degli spacciatori. Giuseppe dovette andare anche al Sert di zona parecchie volte ma sapendolo si mantenne “pulito” e pure recarsi dal giudice con un avvocato. Ma non aveva fatto niente di male e se la cavò con una ramanzina.

Però ebbi tante ma tante di quelle seccature e costi che solo per quello c’era da rinunciare”.

Ascoltare la storia di Giuseppe, raccontatami dal diretto interessato, mi aveva comunque dato la conferma di qualcosa che avevo già letto nei sacri testi: a Giuseppe il tutto era andato bene, ma tra le altre cose LA COCAINA AMPLIFICA LA TUA PERSONALITA’ PROFONDA e dato che purtroppo molti di noi nascondono nel profondo pulsioni non belle, può capitare che succeda veramente l’orribile.

Non era fortunatamente il caso di Giuseppe, una persona buona come il pane, ma meglio non rischiare e starne lontani. Con una mano la cocaina dà, ma con l’altra prende. La lucidità alla fine resta sempre la droga migliore.



sabato 18 dicembre 2021

 LA POLITICA DELLE MANCE (ovvero come gestire lavoro e lavoratori)

Sarà successo anche a voi, andate al ristorante, alla fine siete soddisfatti e lasciate una bella mancia sul tavolo. Un segno di apprezzamento e gentilezza per la serata, mancia che si prenderà il cameriere che ha ben servito il tavolo.
E invece no, sbagliato. Le varie mance finiranno tutte in un boccione che poi a fine turno viene suddiviso in tante parti uguali.
Perché? Inizialmente da giovane lavorando da cameriere questo mi sembrava ingiusto: “se uno ha lavorato bene, sarebbe più corretto che le mance se le intascasse personalmente lui. Così invece uno pigro magari incassa dei soldi senza aver lavorato”.
Vero, mi han spiegato però se ognuno si intascava le sue mance senza dividerle accadeva un risvolto antipatico con brutti effetti: i clienti danarosi venivano serviti subito bene con servizi da super vip sperando in grosse mance, mentre quelli normali venivano trascurati e aspettavano troppo.
Non bisogna essere un esperto imprenditore per capire che a lungo andare va a finire male. Nel tentativo di essere più “equi” si è allora trovato il sistema citato sopra (il boccione), non so se questa gestione dei “bonus” si applica anche altrove ma non mi stupirei.
Senza contare che in questo modo adesso ogni cameriere controllava l’altro, se lavoravi male loro stessi ti riprendevano, avrebbero preso meno extra. "Divide et impera", così i lavoratori non si coalizzavano.
Comunque (così la penso oggi) è il modo giusto, si garantisce UNIFORMITA' DI SERVIZIO. Come cliente, preferisco entrare in un locale così che in uno dove la concorrenza interna è spietata.