Visualizzazioni totali

mercoledì 28 luglio 2021

 L'ULTIMO UOMO SULLA TERRA

(Una storia vera)
L’anno esatto non si conosce, verso il 1500, ma ci fu veramente un uomo che morì pensando di essere l’ultimo uomo rimasto sulla terra.
Di corporatura minuta (il suo scheletro era 1.50), malnutrito e gracile, dopo che anche l’ultimo dei suoi amici morì ed essere rimasto completamente solo, l’uomo si coprì con i pochi stracci che aveva e arrancò fino alla scogliera più vicina, si sedette a guardare il mare dove aspettò la morte.
Gli scopritori moderni trovarono il suo scheletro sulla scogliera e dalle loro analisi capirono che era l’ultimo sopravvissuto della colonia di vichinghi arrivati in Groenlandia 500 anni prima.
Guidati dal leggendario Erik il Rosso, verso l’anno 1000 i vichinghi sbarcarono in una isola enorme e praticamente disabitata. La ribattezzarono Groenlandia, Green Land = terra verde, forse per fini propagandistici, pubblicitari.
Insediandosi compirono però un errore dietro l’altro (da cui potremmo imparare): innanzitutto cercarono di riprodurre il loro stile di vita considerato molto superiore a quello dei selvaggi eschimesi, gli inuit con le case di ghiaccio. Loro vivevano invece in case di legno ben riscaldate. Se ha funzionato a casa nostra funzionerà anche qui.
Già, peccato che in quella terra non fosse possibile estrarre metallo e la legna fosse scarsa. Gli alberi in Groenlandia crescono molto lentamente e l’agricoltura visto il clima rigido era praticamente impossibile. Il bestiame ridotto. Per via di un tabù alimentare che a posteriori appare folle, non si nutrivano nemmeno di pesce che sarebbe stata l’unica risorsa reale.
Insomma, non si adattarono. Come fa spesso l’essere umano, cercarono invece di trasformare l’ambiente ai loro propositi senza molta considerazione per la Natura. Che altrettanto ovviamente ha i suoi ritmi e le sue regole.
Il clima per esempio non diede una mano: a metà 1300 ci fu la “piccola glaciazione”, un abbassamento mondiale di temperature di qualche grado che però in Groenlandia, terra al limite, ebbe un effetto disastroso. Si ricoprì tutta di ghiacci ed entrò in un inverno perenne che dura ancora oggi.
Ma la mazzata finale la diedero gli stessi vichinghi che, visti i costi, abbandonarono i loro insediamenti. Senza più rifornimenti di materie prime (soprattutto metallo e grano) e in un ambiente ostile, le colonie decaddero presto. La popolazione diminuì e l’analisi degli scheletri denota un progressivo rimpicciolimento. Carestie, malattie, fame. Nel giro di 150 anni sparirono tutti.
Come si sentiva allora l’ultimo uomo? Ancora vivo ma in un mondo ostile e freddo, solo e senza più nessuno, dopo aver visto morire l’ultimo compagno decise di lasciarsi morire anche lui davanti al mare. In fin di vita cercava conforto nella sua grandiosità. O forse sperava che sarebbero venuti a salvarlo, sperava ancora nel ritorno di quelli che per tutti erano diventati leggenda.
Bellezza o speranza, mentre intorno spirava vento artico e vedeva solo un mare ghiacciato, lui chiuse gli occhi e morì, col pensiero di essere rimasto completamente solo.

(per approfondire: Collasso di Jared Diamond, Il fiordo dell’eternità di Kim Leine, The Greenlanders di Jane Smiley)



Nessun commento:

Posta un commento