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lunedì 27 maggio 2024

DOPO CHE SUCCEDE

Dopo una vita piena di sesso e stravizi, in cui ha realizzato tanto e fatto del bene, T. muore a 106 anni nel sonno circondato dalle sue concubine piangenti e 68 nipoti. Le sue ultime parole furono: "un attimo, poi ricomincio... ah!", e poi perse conoscenza per sempre.

Si risveglia in un prato bianchissimo con nuvolette candide e tanta pace interiore. Dentro non si era mai sentito così, nemmeno a 9 anni. "Però, è bello qui, che bel posto." Davanti a lui intravede una scalinata con alla fine una grande scritta luminosa: "Paradise".

"Ma è lunghissima -pensa-! Non pensavo ci fossero barriere architettoniche anche qui. Vabbè, tanto di tempo ne ho."
Anche dopo la vita T porta gli occhiali e cammina maluccio, ma comunque cammina. Si rivolge a uno che sta correndo e gli chiede: "Scusi, c'è l'ascensore?"
"Provi a fischiare -risponde quello senza fermarsi-, magari vengono a prenderla!"
"Fisch... ma non ho mai imparato!". Inutile, il tipo è già andato. A T allora viene l'idea, estrae il telefonino ma è muto. "Non c'è campo! Non c’è campo nell’aldilà! E adesso?"
Perplesso si mette a gridare "C'è qualcuno? Hey, venitemi a prendere!".

Improvvisamente il cielo si squarcia e arriva un enorme angelone tutto biondo, simile a Robert Plant dei Led Zeppelin. Le sue gigantesche ali sbattono forte e allontanano le nuvole.
"Robert! Grazie a Dio!"
"Vieni con me. Sono stato promosso di grado e ora ti porto da Pietro."

Raccoglie tra le sue braccia T e volando lo porta su, verso una grande luce. "Che bello, sto volando -dice T-! E' come quando mi son lanciato col paracadute, solo che qui si va su!" Illuminato dalla grande luce serena, T alla fine si addormenta, sicuro che nulla può accadergli di male.

Si risveglia davanti ad un omone con un barbone bianco e un gran mazzo di chiavi alla cintura.
"
San Pietro immagino. Buongiorno. Dove mi mettete?"
L'omone lo guarda, apre un librone e poi dice sottovoce "T... T... eccolo qui. Quarto cielo, riservato a quelli che pensano troppo. Entri pure e buona eternità." Gli indica una strada lunghissima, che si snoda in salita sino a perdersi nell'orizzonte luminoso.

"Ah, ma ci devo andare con le mie gambe? Ma in Paradiso abbiamo ancora il corpo e tutto l'ambaradan?"
"Certo, che domande mi fa?"
"Pensavo di no. Sa, io da vivo ero malatino."
"Vedo, vedo... vada vada, che ho da fare."

"Forse non mi son spiegato bene, in vita avevo la sclerosi multipla. Pensavo che almeno qui..."
"La sclerosi multipla progressiva? Penserà mica di farne a meno... La multipla fa parte di lei"

T è stupito e tace, sconvolto dalla rivelazione di Pietro. Farfuglia qualcosa, si vede che non se l’aspettava. Quando riprende la parola esclama: "mi scusi, non mi verrà mica a dire che ho la sclerosi multipla anche dopo la morte?"
San Pietro è stupito da tanta ingenuità, ma spiega con pazienza ad uno sconsolato T: "le ferite inferte dal corpo a voi malati hanno lasciato segni indelebili che fan parte della vostra anima."

T sembra addolorato ma si riprende presto. Una vita da malato gli ha insegnato a non lamentarsi troppo, meglio usare le sue residue energie per cercare una soluzione. "Insomma, ho capito và... son malato anche qui... Manco qui è arrivato il miracolo delle staminali... –T mentre dice queste parole abbassa il capino e piange, è troppo anche per lui- Malato per l'eternità..."

San Pietro rincuora T, gli accarezza la crapa e sussurra "Vai adesso, vai adesso, ti abituerai...", e T si incammina zoppicante, tirando su col naso.
Ma... miracolo! La strada è breve e tutta in discesa, altro che salita! Aveva sbagliato la prospettiva! Oh che sollievo, pensa T. E 
quando arriva alla fine nota un vecchio seduto che lo sta aspettando, circondato da angeli sorridenti.
"Mio Dio! Ma chi sei?"
"Ciao T, ti stavo aspettando. Benvenuto!"
"Ma... ma sei il capo della baracca? E’ bellissimo qui."
"Certo -risponde lui avvicinandosi con la sua carrozzina-, vieni di fianco a me"
"Ma... ma tu sei… sei in sedia a rotelle!"
Dio lo guarda, si avvicina e lo bacia. “Problemi?”
"Mio Dio!"

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