Avendo divorziato con un bimbo, posso rispondere a questa domanda ma alla fine ve ne porrò una io, perché è successo qualcosa che non mi sono mai spiegato veramente
Quando io e la mia ex moglie divorziammo, tanti anni fa, mio figlio era veramente molto piccolo, appena tre anni. Anche dopo, passavo molto tempo con lui, dalle 12 alle 14 notti al mese. Non sono affatto scomparso dalla sua vita, era importante per me.
La sera, quando lo mettevo a nanna, si parlava un po' di tutto. Era molto bello. Inevitabilmente ogni tanto arrivava la domanda. "Papà, ma perché tu e la mamma avete divorziato?"
Essendo molto piccolo e la questione delicata, volevo essere capito bene. Per questo (in accordo con la mia ex moglie, eravamo divorziati ma comunque genitori), gli rispondevo così: "Si litigava troppo spesso, per motivi che adesso sei troppo piccolo per capire bene. Quando sarai più grande ti spiegherò tutto." E quando sarebbe successo? Ci mettemmo d'accordo che a 12 anni gli avrei fatto un discorso.
La data dei 12 anni non è stata scelta a caso. E' infatti quella l'età, stabilita dopo migliaia di casi, al Tribunale Minorenni in cui il minore non solo viene ascoltato, ma può decidere in autonomia da chi abitare. Se prima cioè deve sottostare alle decisioni degli adulti, da allora può esprimere le sue preferenze ed esse saranno vincolanti.
Sapere che a 12 anni avrebbe saputo tutto lo placava e si addormentava tranquillo. Naturalmente al suo 12° compleanno mi ero preparato un bel discorsetto. Ero pronto, solo che… mio figlio quel giorno non mi chiese nulla! Niente, zero. I giorni passavano e mio figlio svicolava. Non voleva parlarne e non l'ha mai fatto.
Perché? Aveva paura di sentire le cose? Non voleva rispolverare un vecchio dolore? Qualcuno gli aveva già parlato? Non gli interessava più? Dove ho sbagliato? Era troppo presto? Troppo tardi? Altro? Che mistero. Secondo voi?
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