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domenica 16 maggio 2021

SAPERE DI ESSERE UN MALATO TERMINALE CHE SCELTE TI PORTA A FARE?

Spoiler: si parlerà di cose brutte. Astenersi cuori sensibili.

Questa è una domanda delicata. Non pensiamo mai alla morte, se non come una prospettiva lontana. Invano ci hanno messo in guardia ("it's later than you think!"), preferiamo non pensarci.

Come molti di voi sapranno, soffro di una malattia cronica, la sclerosi multipla, che mi porterà alla tomba entro pochi anni. Di preciso non so dire quando, ma mi sto avvicinando alla stima di vita. Alcuni miei compagni di sventura, che ho nel cuore, sono già mancati. Onore ai caduti, forza per quelli che restano.

La SM è una malattia inesorabile con un decadimento inarrestabile. Presto o tardi sopraggiungono le famose "malattie opportunistiche", come le chiamano i medici, soprattutto alle vie respiratorie. Il Covid non ci ha aiutati. E' come vivere con una Spada di Damocle sulla testa, non so quando cadrà.

Damocle - Wikipedia

Sapere di averla mi ha portato a due scelte precise. La prima è quasi ovvia, ora faccio solo le cose che voglio e che mi piacciono, non voglio andarmene con dei rimpianti. Cerco di usare il mio tempo bene, anche se non sempre ci riesco. Ogni tanto cazzeggio, ma mi limito.

La seconda è ancora più personale e temo che molti non capiranno: ho deciso di "chiudere" e sistemare, ora che posso, aspetti della mia vita che sinora avevo trascurato, convinto di vivere in eterno. Persone da andare a trovare, libri da regalare, telefonate da fare, diari giovanili da bruciare, lettere da scrivere etc. Non voglio storie o conti in sospeso quando me ne andrò.

Dostoevsky nelle prime pagine del suo grande romanzo L'Idiota descrive una sensazione simile: quando fu deportato in Siberia e messo davanti ad un plotone di esecuzione. Era tutta una farsa imbastita da un ufficiale sadico ma in quei momenti di terrore giurò a se stesso che… se fosse sopravvissuto avrebbe impiegato bene il suo tempo.



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