IL PRIMO

Sarà stato il 1975, io e mia sorella eravamo pischelli. Un giorno mio padre torna dall’ufficio e dice tutto giulivo: “stasera vi porto in un ristorante nuovo, che hanno appena aperto vicino al lavoro! Vedrete che roba!”

Il locale era dalle parti di via Larga, quindi abbastanza zona centrale, per entrarci bisognava scendere una scala. Ma poi entravi in un salone sotterraneo coloratissimo, pieno di festoni e dipinti multicolori alle pareti. Lanterne e fiori rossi decoravano i tavoli della sala.

Era il primo ristorante cinese a Milano. Per noi era già una novità che non fosse italiano: il massimo all’epoca erano le Trattorie Toscane, osterie popolari diffuse un po’ dappertutto e oggi praticamente sparite.

Ricordo che in sala i clienti erano tutti orientali, gli unici occidentali eravamo noi (la stessa sensazione che provai anni dopo sulla transiberiana) e soprattutto ricordo un signore al tavolo vicino che si alzava in piedi, in segno di rispetto, ogni volta che beveva il suo té. Era la prima volta che vedevo una cosa simile. Era tutto molto rilassato ma educato, bella atmosfera.

Venimmo serviti da una bella ragazza cinese, alta magra e occhi a mandorla. I suoi modi erano molto ma molto gentili e naturali. Sembrava una attrice e pallava pule un poco di italiano. Ci consigliò dei piatti dal gusto semplice che potevano piacere anche a noi ragazzi. Assaggiai il pollo con anacardi (sorta di noccioline), molto buono. Però il tè no, dai, la vedevo come una bevanda per vecchie zie e presi una coca cola. Alla fine comunque fu una serata gradevole.

Rapidamente in pochi anni ci fu una alluvione di ristoranti cinesi a Milano. E oggi i ristoranti etnici sono fioccati dappertutto: sushi, kebabbari, cinesi, indiani, turchi, egiziani, peruani, indonesiani etc. E’ bello anche potere cambiare ogni volta e sperimentare cucine diverse. I ristorani italiani sono diventati la minoranza ma quella fu la prima volta che provai una cibo non tradizionale.

E’ vero: il mondo è bello e molto vario.