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venerdì 28 aprile 2017

LA SIMULAZIONE DEL DANNO PSICHICO

“Fare il tonto per non pagare il dazio” è un antico proverbio lombardo che indica chi finge di non capire per non adempiere a qualche obbligo. Lo abbiamo fatto tutti il “finto tonto” da ragazzi, con successo più o meno variabile.

Così però ci siamo portati dietro una convinzione, che i disturbi mentali (ritardo mentale, depressione, se non proprio la pazzia) siano relativamente facili da camuffare. Ma da adulti è tutt’altra cosa. “Fingere” è molto più difficile e, in ambito legale, praticamente impossibile.

La valutazione del “danno psichico” (che giustamente ha acquisito da almeno 20 anni nei tribunali italiani una rilevanza specifica) ha raggiunto livelli molto raffinati. Essendo coinvolti finalità risarcitorie e Assicurazioni, soldi insomma, questo aspetto è stato molto “forzato” negli studi.

Attenzione dunque: ormai in ambito legale nessuna imitazione di qualsivoglia malattia mentale, sia appariscente che sfumata, ha serie possibilità di successo.


Il suggerimento di Psicologia Chiara insomma, corroborato anche da tanti anni di esperienza nelle aule tribunalizie, è quello di dire sempre la verità. Siate sinceri. Evito di portare esempi, potete anche provarci e fingere, ma la simulazione non darà i frutti sperati e rischiate di perdere tempo e soldi.

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