LA SIMULAZIONE DEL DANNO PSICHICO
“Fare il tonto per non pagare il dazio” è un antico
proverbio lombardo che indica chi finge di non capire per non adempiere a
qualche obbligo. Lo abbiamo fatto tutti il “finto tonto” da ragazzi, con
successo più o meno variabile.
Così però ci siamo portati dietro una convinzione, che i
disturbi mentali (ritardo mentale, depressione, se non proprio la pazzia) siano
relativamente facili da camuffare. Ma da adulti è tutt’altra cosa. “Fingere” è
molto più difficile e, in ambito legale, praticamente impossibile.
La valutazione del “danno psichico” (che giustamente ha
acquisito da almeno 20 anni nei tribunali italiani una rilevanza specifica) ha
raggiunto livelli molto raffinati. Essendo coinvolti finalità risarcitorie e
Assicurazioni, soldi insomma, questo aspetto è stato molto “forzato” negli
studi.
Attenzione dunque: ormai in ambito legale nessuna imitazione
di qualsivoglia malattia mentale, sia appariscente che sfumata, ha serie
possibilità di successo.
Il suggerimento di Psicologia Chiara insomma, corroborato anche
da tanti anni di esperienza nelle aule tribunalizie, è quello di dire sempre la
verità. Siate sinceri. Evito di portare esempi, potete anche provarci e fingere,
ma la simulazione non darà i frutti sperati e rischiate di perdere tempo e
soldi.
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